Palazzi & potere

Bankitalia, caso Visco: i 5 Stelle preparano mozione. Esclusiva Affari

"Visco si è reso responsabile di autentici disastri sotto il profilo della mancata vigilanza e anche nel favorire operazioni 'di sistema' che non avevano lo scopo di tutelare il risparmio, ma di aiutare certi banchieri amici. Lampante è il caso dei rapporti con Gianni Zonin, ex patron di Popolare di Vicenza. Noi siamo in Parlamento, non al governo. Ma facciamo di tutto per ridare a Bankitalia quell'indipendenza e autorevolezza che ha smarrito da tempo". Questa la dichiarazione del portavoce pentastellato Sibilia rilasciata al nostro giornale.

Inoltre, come Affaritaliani Palazzi&Potere è in grado di rivelare in anteprima, il Movimento di Beppe Grillo ha preparato anche una 'pepatissima' mozione parlamentare in merito.

 

CAMERA DEI DEPUTATI

MOZIONE


La Camera, premesso che:

il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che ricopre la carica dal primo novembre 2011 a seguito delle dimissioni di Mario Draghi, è in scadenza il prossimo 1 novembre 2017;

la nomina del Governatore, secondo quanto disposto dall'articolo 19, comma 8, Legge 28 dicembre 2005, n. 262 (Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari), è disposta con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia;

il Testo Unico Bancario ed il Testo Unico della finanza attribuiscono alla Banca d’Italia il potere di regolamentare numerosi aspetti dell’attività degli intermediari bancari e finanziari, per assicurare stabilità, efficienza e competitività al sistema finanziario. Gli atti normativi della Banca d’Italia disciplinano profili essenziali per la sana e prudente gestione degli intermediari, quali l’assetto organizzativo, le modalità di governo dell’impresa, i sistemi per il controllo dei rischi assunti, la trasparenza delle condizioni contrattuali e la correttezza dei comportamenti. Inoltre l'esercizio dei poteri della Banca d’Italia è in determinati casi complementare a strumenti di vigilanza volti ad esercitare un’azione deterrente nei confronti dei comportamenti contrari alla prudente gestione, alla trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela;

considerato che:

a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, nell’ultimo decennio Banca d’Italia, non solo avrebbe esercitato un controllo carente su determinate gestioni del credito e del risparmio che hanno rivelato – come accertato da indagini giudiziarie –  la sussistenza di condotte in violazione della legge, ma avrebbe scelto per rivestire il ruolo di commissari, soggetti considerabili “fiduciari”, i quali in alcuni casi sarebbero apparsi soliti portare liquidità di piccoli istituti a banche vicine ai suddetti invece di risanare quelle loro assegnate;

la sopra citata mala gestione del credito e del risparmio avrebbe contribuito a determinare numerosi casi di crac finanziario (ben 7 negli ultimi 9 anni), che avrebbero a loro volta determinato perdite per risparmiatori, utenti e lavoratori che – secondo quanto riportato sul sito di informazione online affaritaliani.it del 13 luglio 2017 – ammonterebbero a circa 110 miliardi di euro;

valutato che:

l'Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari) ha più volte segnalato come la pratica di far pagare gli interessi sugli interessi (anatocismo), illegale dal 1 gennaio 2014 al 30 settembre 2016, sarebbe stata ugualmente praticata ai danni di prenditori di prestiti bancari, come accertato da diverse sentenze dei tribunali, tra le altre la sentenza del tribunale di Venezia in data 13 ottobre 2014 o quella del tribunale di Firenze in data 2 ottobre 2014;


su tale questione Adusbef, il 3 marzo 2017, avrebbe presentato esposti denunce presso diverse procure della Repubblica, ipotizzando l'omissione d'ufficio della Banca d'Italia, che pur informata dalle associazioni dei consumatori presenti nel CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti), invece di esercitare la potestà prevista dall'art. 128 del Testo Unico Bancario, per “inibire ai soggetti che prestano le operazioni e i servizi disciplinati dal presente titolo la continuazione dell'attività, anche di singole aree o sedi secondarie, e ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite e altri comportamenti conseguenti”, non sarebbe intervenuta, configurando – secondo la stessa Adusbef – oltre all'omissione in atti d'ufficio, eventuali più gravi reati a danno degli utenti dei servizi bancari;

ritenuto infine che:

il pubblico risparmio è garantito dall’articolo 47 della Costituzione, in base al quale “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito”;

quanto al “controllo” del credito,  una corretta applicazione del dettato costituzionale a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo porta a configurare la banca centrale che lo esercita come un organismo indipendente e tutore – senza condizionamenti – dell'interesse collettivo, in tutti i suoi organi, anche e soprattutto, nella figura del Governatore;

impegna il Governo:

in sede di deliberazione sulla proposta di nomina per la carica di Governatore della Banca d’Italia,  valutate le circostanze descritte e le relative responsabilità, ad escludere l’ipotesi di proporre la conferma del Governatore in carica, Ignazio Visco.