Consip, fuga di notizie? Woodcock convince i Pm romani
''QUELLA SERA ERO A ROMA A CENA CON UNA GIORNALISTA, NON SONO STATO IO A PARLARE DI CONSIP'
C' erano altre persone insieme al pm napoletano Henry Woodcock che potevano raccontare al giornalista del Fatto quotidiano Marco Lillo i dettagli dell' indagine Consip. E che seppero in tempo reale dell' iscrizione al registro degli indagati del comandante dei Carabinieri Tullio Del Sette e dell' allora sottosegretario alla presidenza del consiglio Luca Lotti. A cominciare, manco a dirlo, dal capitano Gianpaolo Scafarto già accusato di falso per i molteplici errori contenuti nell' informativa consegnata alle due procure, scrive il Messaggero.
Inizialmente, dice a verbale, a fare domande a Marroni, nella sede romana della centrale unica d' acquisto, è lo stesso Scafarto assieme ad un capitano della Guardia di finanza che pure segue tutti i dettagli dell' indagine.
Solo in un secondo momento i due vengono raggiunti da Woodcock e dalla collega Celeste Carrano. Il pm napoletano, oggi sotto indagine, avverte immediatamente degli sviluppi i colleghi Ielo e Pignatone che la sera stessa si presentano in una caserma per fare il punto. Già allora, ricorda il magistrato a verbale, la strategia e le mosse successive sono note a più persone.
Woodcock, in questo strano verbale in cui racconta in parte cose note a tutti i pm presenti, dice che la sera del 20 gli investigatori del Noe premevano per perquisire immediatamente Tiziano Renzi e il no di Roma aveva suscitato parecchi malumori.
Il giorno dopo, tornato a Napoli, il magistrato sente Filippo Vannoni che conferma le accuse a Luca Lotti e iscrive il sottosegretario e Tullio Del Sette.