Palazzi & potere
Consip, Woodcock verso l'archiviazione. Quando 'salvò' Renzi...
Il pm Henry John Woodcock continuerà ad indagare sui rapporti fra l'imprenditore Alfredo Romeo e le pubbliche amministrazioni. Gli ultimi sviluppi del caso Consip non hanno fatto emergere elementi tali da giustificare un passo indietro del magistrato, né i presupposti per una revoca della delega sul fascicolo- madre, da cui è poi scaturito il filone sulla centrale pubblica degli appalti trasmesso per competenza a Roma lo scorso dicembre.
La Procura napoletana, scrive Repubblica, conferma piena fiducia a Woodcock, come in tutte le istituzioni che si stanno occupando dei diversi risvolti della vicenda.
E proprio in queste ore, in ambienti giudiziari romani, viene data per prossima la richiesta di archiviazione per l' ipotesi addebitata a Woodcock della violazione del segreto d' ufficio. Del pari, verrebbe archiviato anche il falso in concorso con Scafarto, contestato il 7 luglio durante il suo interrogatorio a Roma.
Ma emerge un nuovo e importante retroscena, continua Repubblica: a dicembre 2016, il gip aveva accolto la richiesta dei pm di Napoli di intercettare Tiziano Renzi, padre dell' allora premier. Il via libera era arrivato sulla scrivania di Woodcock e della collega Celeste Carrano proprio alla vigilia del referendum del 4 dicembre. A quel punto, i magistrati s'interrogarono sull'opportunità di intercettare il padre del presidente del Consiglio in una fase così delicata per l'assetto politico e istituzionale del Paese. Per evitare il rischio di possibili strumentalizzazioni Woodcock decise di rinviare l'inizio delle intercettazioni a urne chiuse. E per tutelare al massimo questa scelta, il magistrato mentì ai carabinieri del Noe dicendo che le intercettazioni non erano state autorizzate dal gip. Un elemento che, ragionano al palazzo di giustizia di Napoli, dovrebbe sgombrare il campo dalle accuse di chi attribuisce a Woodcock comportamenti non corretti.