Palazzi & potere

Da Tronchetti Provera a Bassetti passando per Cl: dalla milano da bere alla milano di beppe

Punto e a capo a Milano cambia tutto: fine della rivoluzione arancione di Giuliano Pisapia. E inizio della corsa a Palazzo Marino di Beppe Sala - detto Giuseppe, quando guidava Expo - il candidato del centrosinistra più amato dal centrodestra. Pure Silvio Berlusconi lo avrebbe voluto, il candidato perfetto passato dal top management di Pirelli e Telecom a city manager di Letizia Moratti. Portato in palmo di mano da Bruno Ermolli il gran consigliere del Cavaliere, per finire ai piani alti di Expo, il suo trampolino di lancio. «Mi piacerebbe lui», aveva detto Matteo Renzi incoronandolo sul Decumano.

Più cantieri vuol dire più lavoro. Ma pure più affari per le imprese, le più grandi erano già a Expo. E per le cooperative, da quelle rosse a quelle bianche, innamorate di questo uomo del fare.
Tutto il resto, continua fabio poletti sulla stampa, è piaciuto agli altri suoi grandi sponsor: da Marco Tronchetti Provera a Piero Bassetti che per primo lo ha indicato come candidato, da Umberto Veronesi ad Alberto Foà del fondo di investimenti AcomeA ad Andrea Guerra ora alla guida di Eataly. Quella borghesia milanese ora alle prese con un dilemma se il centrodestra candidasse come sembra Stefano Parisi, ex direttore generale di palazzo Marino ai tempi di Gabriele Albertini, passato dai vertici di Confindustria e poi di Fastweb. Praticamente un clone di Beppe Sala che giura di temerlo più di tutti.
Ma se poi scendessero a patti, il partito della Nazione sarebbe bello che pronto.