Palazzi & potere

È la democrazia, bellezza!

La democrazia per sua stessa essenza prevede le modalità e le procedure per la propria autoestinzione: se un parlamento democraticamente eletto decide di abolire libertà e democrazia e/o di introdurre antiche leggi tribali o religiose, può farlo (del resto fascisti e nazisti, al tempo loro, contando sui numeri e mettendo in atto le dovute strategie di pressione e condizionamento, hanno vinto le elezioni).

Facciamo uno spericolato esercizio di immaginazione:

Prosegue o cresce per, che so, trent’anni, l’attuale ritmo di immigrazione islamica in Italia. Il fronte marino non è murabile e il soccorso in mare, ci mancherebbe, è sacro. L’Europa invece chiude tutte le sue frontiere terrestri.

Il rapporto demografico tra questi nuovi arrivati e gli Italiani si attesta sul quattro a uno (cioè per trent’anni fanno quattro figli ogni uno fatto dagli Italiani).

Gli immigrati, come è non solo inevitabile nel tempo ma anche giusto, ottengono cittadinanza e diritti politici. Si stringono intorno alla loro cultura, creano un partito “etnico”. Votano compatti per questo partito. Ottengono la maggioranza.

(Inoltre, come spesso accade in casi simili, minoranze radicali e forti all’interno delle comunità di immigrati esercitano un minaccioso controllo sui costumi e sul modo di vivere dei loro correligionari).

E dato che, come detto, i nostri ordinamenti democratici prevedono la possibilità della loro autoabolizione per vie legali e parlamentari, potremmo dire del loro suicidio assistito, preceduto in genere da un suicidio culturale, può darsi che tra non molto tempo il parlamento italiano, dopo una regolare discussione parlamentare, introduca nel nostro paese la sharia.

Esercizio forse surreale oltre che spericolato. Ma potrebbe anche darsi che la storia raccontata da Michel Houellebecq nel suo romanzo Sottomissione si riveli troppo tenue rispetto alla realtà.