Elezioni 2018, Pd: sondaggi choc rischio scissione dopo il voto
Elezioni 2018: il nuovo partito di Matteo Renzi sarebbe pronto per le prossime Europee
Il sondaggio sfornato ieri da Ixé di Roberto Weber vede i dem - già crollati, in sei mesi, dal 27,5% al 23,1% - precipitare al 21,8%, cioè sotto il 22% (la linea del Piave, in teoria, era fissata al 24,5%...). In quanto eletti sarebbe un disastro simile a uno tsunami, scrive il Qn.
Nel compilare le liste, Renzi è partito dal numero di 200-220 parlamentari, così ripartiti: 150/160 renziani doc e 50 seggi dati, sotto forma di elemosina, a «tutti» gli altri (15 a Orlando, 3 a Emiliano, 5 a Franceschini, 5 a Martina, 12 ai Giovani Turchi, 5 a ulivisti, veltroniani e popolari). Ma scendere sotto il 22% vuol dire non poter contare, in Parlamento, che su 130 deputati e 60 senatori (190 in tutto). I collegi 'certi' sarebbero solo 5 (tre Camera e due Senato), tra 'probabili' e 'incerti', si potrebbe arrivare ad altri 27 alla Camera e 12 al Senato. Vorrebbe dire scomparire al Nord come al Sud e prendere, nelle tre regioni rosse, 26 seggi. Il Pd diventerebbe un partito 'minore'. Ma a quel punto Renzi lo farebbe morire per lanciare, con un gruppo parlamentare di fedelissimi, forgiato a sua immagine e somiglianza, il suo vero sogno nascosto. Un partito 'macroniano' in salsa italiana, una En Marche! alla fiorentina, il cui debutto sarebbe già stato studiato e pianificato: le Europee 2019.