Palazzi & potere

Europa: Sassoli e Tajani per un nuovo europeismo sulle orme di Francesco

Europa: Sassoli e Tajani per un nuovo europeismo sulle orme di Francesco. Intervista a Lucio D'Ubaldo, ex senatore Pd area popolare

D’Ubaldo, ogni volta che in Italia si accenna a possibili convergenze unitarie torna il fantasma del trasformismo.

È vero, per questo dobbiamo distinguere tra “spirito di unità” e “gestione unanimistica” del potere. Il trasformismo si manifesta quando la proposta assume il carattere di un “imbroglio”, fuori da un chiaro disegno politico.

Spinte diverse sembrano tuttavia concorrere alla destabilizzazione del governo. L’ombra di Draghi si allunga sulla scena politica italiana.

Siamo sicuri che una crisi di governo conduca alla formazione di un esecutivo con un sostegno parlamentare più ampio, con una maggioranza più coesa e qualificata? Non basta tirare per la giacchetta una personalità del calibro di Draghi. In questo momento si rischia di produrre uno scossone dalle imprevedibili conseguenze. Tutto potrebbe precipitare verso elezioni anticipate. Un disastro, vista l’attuale caduta verticale del PIL e la minaccia di forte disoccupazione.

Anche la Confindustria, attraverso il suo Presidente designato, getta benzina sul fuoco. Non è affatto tenero, Bonomi, con questo governo.

Ma l’interesse del Paese è sfibrare l’attuale quadro di governo, senza sapere quale alternativa costruire? Oggi abbiamo un’emergenza che s’aggiunge o si sovrappone a quella sanitaria: l’emergenza economica. L’unità della classe dirigente dovrebbe manifestarsi laddove comunque appare necessaria, come ad esempio nel contesto europeo. A Bruxelles si decide il futuro del Vecchio Continente e naturalmente dell’Italia. Che facciamo, ci presentiamo divisi?

L’Europa finora non ha dato risposte concrete.

È cambiato tutto. Si parla adesso di risorse ingenti e forme coraggiose di solidarietà. Abbiamo fatto breccia sulle resistenze di altre nazioni che hanno i conti pubblici in ordine. Si è capito che andare in ordine sparso avrebbe significato mettere in ginocchio l’economia continentale. A noi spetta, ora più che mai, investire su un nuovo europeismo.

Chi può alzare la bandiera di questo nuovo europeismo? Lei ha fatto i nomi di Sassoli e Tajani, appartenenti in Italia a schieramenti opposti.

Questo è il “vestito” dell’unità possibile: impegnare congiuntamente due figure così rappresentative, con storie e sensibilità diverse, ma portatori entrambi di autentica “vis istituzionale” per essere l’uno il Presidente e l’altro l’ex Presidente del Parlamento europeo. Se dunque l’appello all’unità rivolto da Francesco ai politici obbliga a compiere atti conseguenti, Sassoli e Tajani potrebbero esercitare un’azione emblematica nel segno di questo solenne richiamo del Papa.

Basta solo questo?

È solo una premessa. Non è detto che un gesto, anche di per sé emblematico, possa produrre effetti immediati. Tuttavia l’opinione pubblica italiana avrebbe motivo d’interrogarsi (positivamente) sulla congruità di un impegno ricostruttivo, in spirito unitario, ascrivibile alla battaglia contro i veleni dell’antipolitica.  

Lei ha fiducia?

È un processo che vive di forza propria. Non ci sono alternative. Eventualmente il problema sarà capire come le inadempienze individuali o collettive potranno sfuggire alla riprovazione di larghi strati della società. Dentro una rivoluzione che si annuncia inevitabile cova la domanda di una “egemonia di centro” in grado s’incarnare una nuova cultura di governo.