Palazzi & potere

La democrazia sarà un lusso?

"Chi ragiona politicamente non pensa". Così lo psicologo americano Dren Western. Lo sa benissimo Renzi che propina interpretazioni della realtà diffuse dai media compiacenti (quasi tutti, e questo lunga la dice in Italia sulla sostanza della cosiddetta "democrazia"). Allora: i risultati  delle elezioni comunali riguardano i sindaci e non il governo? Giustissimo. Sono livelli istituzionali diversi. Tanto più che dovunque il PD traballa, tranne Bologna. Ma come mai abbiamo legittimato una maggioranza di palazzo con le elezioni europee del 2014? Neanche queste c'entrano nulla con il governo. Tant'è che nel  1984 il PCI, sull'onda emotiva della morte di Enrico Berlinguer, divenne il primo partito d'Italia alle elezioni europee ma non si azzardò minimamente di chiedere la guida del governo del Paese. Del risultato di due anni fa, Renzi ne ha fatto invece la legittimazione di una congiura ("Enrico, stai sereno"). Nessuna manifestazione di piazza, qualche flebile iniziativa di dissenso subito prontamente sedata dalla grancassa del politicamente corretto. Se nelle azioni di governo Berlusconi avesse fatto un centesimo di quello che sta facendo Renzi (le ultime prodezze riguardano la Rai) sarebbe stata già interessata l'Alta Corte dell'Aja e gli strenui difensori della Costituzione, su Repubblica e con i girotondi, avrebbero fatto il finimondo. Stando ai sondaggi, invece il PD è il primo partito e i grillini a un'incollatura e del centro-destra sempre più frantumato è meglio non parlarne. Mi viene da pensare che in Italia la democrazia è un lusso che non possiamo permetterci.
 

Étoile Sauvage
Intellettuale meridionale,
conservatore e rivoluzionario