LeU, Grasso: "Io super partes, non pagherò il Pd". Debiti e doppia morale
LeU, Grasso invoca il ruolo di presidente del Senato ma è candidato premier di Liberi e Uguali
NON è detto che un bravo magistrato possa essere un bravo politico e neanche un bravo avvocato, specie di se stesso. È quanto si deduce dalle lettera inviata ieri dal Presidente Pietro Grasso a 'Repubblica' per rispondere al tesoriere del Pd sul debito di poco più di ottantamila euro. Il perno del ragionamento consiste nell'inopportunità di un contributo ad un partito da parte del titolare di una carica istituzionale, scrive il Qn.
Già, a prima vista questa linea difensiva del Presidente, che tale resta fino all' insediamento delle nuove Camere, ha una vistosa contraddizione interna, la doppia qualifica che appone alla lettera.
Grasso si firma sia come Presidente del Senato sia come leader di Liberi e Uguali. Se voleva argomentare credibilmente in nome del suo ruolo super partes avrebbe dovuto logicamente omettere la seconda qualifica.