Matteo Renzi non è un politico chiuso nella 'torre' del potere, ma di questo passo, nell'ebbrezza provocatagli dai colpi di fiducia sulle 'unioni civili', rischia di finirci e di perdersi. Succede quando si comincia a non ascoltare più gli altri e si prende ad ascoltare soprattutto se stessi (o quelli che ti assomigliano per interesse), quando si dimentica la propria ispirazione più vera e si confondono ideali ed equilibrismi, avversari e interlocutori". Così il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, a commento delle dichiarazioni rilasciate ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla legge sulle unioni civili ("Ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo"). "Il premier - prosegue in un corsivo il presidente del quotidiano della Cei - dovrebbe sapere che sul Vangelo non si giura, ma lo si vive. E che la Costituzione non assolve dagli errori, anzi li sottolinea. Tantissimi italiani lo sanno, certamente i cattolici. Che se si vendicano non sono buoni, ma se mettono da parte il Vangelo non servono a niente".
Palazzi & potere