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Palazzi & potere
Pd, Richetti rottama Matteo Renzi: "Bisogna mantenere la parola data"

"Ho fatto i miei tre anni e mezzo di deserto perche' ho una lingua che non temo neanche una biscia. Sono fatto cosi'. Sara' cosi' anche dopo, quando finito l'utilizzo, verro' messo da parte", premette Matteo Richetti, parlando ieri a Napoli a un incontro dell'associazione Tempismo democratico, scrive l'agenzia Dire. Richetti invita i giovani a non accontentarsi. A scegliere, di fronte al bivio, di "fare la storia". Come sui vitalizi.

"Non possiamo fare convegni in cui spieghiamo che la politica e' la forma piu' alta di carita' perche' mette l'interesse generale davanti a quello particolare e poi non applicare questo a noi", dice richetti che ricorda di averli aboliti per primo i vitalizi, per i consiglieri regionali dell'Emilia Romagna. "Il punto e' se nei fondamentali di quello che siamo c'e' la convinzione profonda che l'eguaglianza la si pratica, aggiunge il portavoce della segreteria Pd. Lo stesso vale per lo ius soli. "Io non vi prendo in giro a sette o dieci giorni dallo scioglimento delle Camere. C'e' un piccolo problemino: noi dopo il voto dovremmo avere un governo in carica e un governo sfiduciato dal parlamento non puo' garantire la continuita' di azione come stabilito dalla Costituzione. Sono questioni serie che ti portano a non tirare tutti gli strumenti parlamentari che potresti mettere in campo. Ma sullo ius soli- aggiunge- non c'e' nessuno che abbia fatto il furbo. E' il tema che che unisce di piu'".

Matteo Richetti indica ai giovani militanti di Tempismo democratico un modello di militanza e appartenenza che metta al centro "l'etica della parola data. Se non ritroviamo quella- dice- possiamo fare tutta l'azione di governo che vuoi ma non ce n'e'". Di qui la critica a Matteo Renzi. "Non puoi nel giro di sei mesi dire che ci vuole il lanciafiamme e poi provare a fare un governo a tavolino. Non puoi mandare giu' noi due a sistemare le questioni congressuali e poi dire che ci vuole il lanciafiamme".

Il portavoce della segreteria dem, scrive la Dire, ribadisce il legame con Renzi. "Lo prenderei a testate dal bene che gli voglio. Ma non puoi andare ad Arezzo a dire che siccome volevamo abolire il Senato e ci mettiamo la faccia su Banca Etruria, allora ti candidi al Senato ad Arezzo. Poi arrivi a Milano e siccome sono a Milano sfido Berlusconi nel collegio di Milano. Poi dopo andra' a finire, com'e' giusto che vada a finire, che ti candidi a Firenze che e' la tua citta'. Allora io mi chiedo: ma perche' non comprendiamo che in politica la parola data, anche su questioni poco rilevanti, conta, in una stagione cosi' complessa per cui tutte le volte che Matteo Richetti apre bocca dice cose di cui puo' rispondere ieri, oggi e domani. E' cosi' che si rafforza una relazione. Se il Pd fa questa cosa qua non ce n'e' per nessuno. Io incontro solo gente disperata, perche' non sa cosa fare. Dicono Matteo, ma nelle mani di chi ci mettiamo?".

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