Pd, tessere ai trasformisti e "pulizia etnica" della Ditta
C' è una definizione tremenda, scrive Fabrizio d’esposito sul fatto quotidiano, che in queste ore passa di bocca in bocca tra gli esponenti della minoranza dem che compulsano lanci di agenzie e interviste sul tesseramento stile Dc vecchi tempi, favorendo riciclati e trasformisti di origine berlusconiana. La definizione è questa: "Pulizia etnica". Bersaniani, ex dalemiani, ex civatiani sono già entrati in fibrillazione.
A loro giudizio, nelle conversazioni captate tra Montecitorio e Palazzo Madama, l' ingresso nel partito siciliano di orde di affamati cuffariani, scandalo sollevato dall' Huffington Post, quotidiano online, nasconde il trappolone finale della "pulizia etnica". Ossia disvela il piano che il premier-segretario potrebbe attuare alle prossime Politiche, quando si voterà per una sola Camera con il fatidico Italicum: formare un gruppo parlamentare compatto, senza voci dissidenti come accade oggi al Senato, dove la deriva dei trenta bersaniani ha costretto i renziani a spingere per la nascita di Ala, il manipolo di verdiniani (una ventina) provenienti dal centrodestra e che servono a bilanciare la vivace minoranza del Pd.
Il nodo dei 100 capilista bloccati, cioè nominati A illustrare il piano al Fatto è un autorevole parlamentare "diversamente" renziano: "Lotti e Guerini lavorano per il futuro, a quello che mi risulta. Le tessere ai riciclati, in Sicilia come in Puglia e Campania, al momento opportuno giocheranno un ruolo decisivo per la scelta dei candidati alle Politiche". Punto di partenza sono i 340 deputati che andranno al partito vincitore. Italicum e Porcellum si somigliano solo nel numero di parlamentari attribuiti grazie al premio di maggioranza. Per il resto, nella nuova legge elettorale, ci sono i capilista bloccati, cioè nominati, e gli altri candidati che competono con le preferenze. I collegi sono cento. Ergo i posti sicuri, sia che si vinca sia che si perda, sono cento.