PD, VERDINI DETTA (LA) LEGGE: RENZI NON FARÀ PRIGIONIERI
La paura di Draghi fa...il Partito della Nazione. Mattarella non vuole il voto anticipato ed è pronto a consultare Bankitalia e parti sociali: e se Letta lasciasse il Pd? Franceschini si è arreso
Dato per spacciato, Verdini è risorto. Non è vero infatti che si accontenti di giocare di sponda o di fornire, a richiesta delle parti, i suoi buoni consiglii. In realtà, Renzi e Berlusconi ne hanno fatto l'artefice occulto della nuova legge elettorale e soprattutto della strategia del repentino ricorso alle urne. Ha ottenuto un mandato pieno per sparigliare le carte, libero di forzare la mano, costi quel che costi, nella prospettiva di un rinnovato blocco di potere, eretto a monumento di un cambiamento epocale. Sicché al tramonto di Berlusconi corrisponde, nell'ottica del verdinismo restituito a pienezza di funzioni, il travaso di componenti disperse nel grande contenitore del giglio magico, esteso e rafforzato in ogni modo.
Tuttavia la confusione regna sovrana al Nazareno. Invece di un discorso politico, capace di parlare al cuore e alla mente degli italiani, si profila la logica della protervia. Un collaboratore di prima linea ha tra le mani, per conto del capo, una cartellina con i nomi di 73 parlamentari: sono quelli che le regole interne escludono dalla possibilità di entrare in lista per aver superato i tre mandati consecutivi. Dunque, anche il potere di concedere deroghe si staglia come arma di seduzione o minaccia, con la pretesa di omologare alla linea della segreteria i residui campioni della resistenza interna.
Franceschini, ad esempio si è arreso (v. l'intervista di domenica scorsa a Repubblica). Con quale risultato, nessuno è in grado di stabilire, nemmeno gli amici più stretti. È troppo complicato supporre che Renzi voglia fare regali, dal momento che annusa nell'aria, chissà quanto fondatamente, la rivincita sul referendum del 5 dicembre.
Se Verdini è tornato in campo, ci deve essere pure una ragione plausibile. Che cosa si è mosso, nel profondo, per rendere impellente e necessario il ripristino del suo ruolo di regista occulto?
Tutto nasce dalle voci che avevano tirato in ballo nei giorni scorsi, secondo la ricostruzione che Affaritaliani Palazzi&Potere aveva illustrato per primo, l'ipotesi di un impegno politico diretto di Mario Draghi. A quel punto è scattato l'allarme rosso e i tessitori del cosiddetto "partito della nazione" si sono apprestati rapidamente a tirare i fili della matassa per scongiurare l'operazione incentrata sul Presidente della Bce.
Sta di fatto però che l'intesa sulla nuova legge elettorale può passare, anche contro i partiti minori, ma lo scioglimento delle camere non è detto sia dietro l'angolo.
Mattarella, in verità, non intende assecondare la manovra sul voto anticipato. Sarebbe pronto, una volta approvate le norme del modello tedesco, ad aprire una consultazione con ambienti vari - dalla Banca d'Italia alla Confindustria ai sindacati - per verificare la ragionevolezza di una interruzione forzata della legislatura.
Trump ha lanciato un segnale potente, l'America vuole ridisegnare i rapporti commerciali del mondo, senza preoccuparsi di tenere unito l'Occidente lungo l'asse atlantico. In questa cornice, l'Italia indebolita da un governo dimissionario e da un avvio di campagna elettorale senza prospettive attendibili circa le future condizioni di governabilità, potrebbe essere al centro di una tempesta speculativa di dimensioni eccezionali, con tutte le conseguenze prevedibili e imprevedibili in termini di destabilizzazione finanziaria e politica. Il tonfo della borsa, registrato ieri, è solo l'antipasto.
Al Quirinale si è consci di questi pericoli incombenti. L'Italia non può scivolare nel gorgo della fiumana. Di sicuro c'è questo, e cioè che se Renzi e Berlusconi sono pronti all'avventura, ad essa non si acconcia minimamente il Presidente della Repubblica. Il confronto non si presenta affatto sereno.
D'altronde non si capisce neppure il motivo per il quale Berlusconi, stretto tra le mani dei suoi imbalsamatori, debba andare allo scontro con Mattarella.
P.S. Che succede se Enrico Letta rompe con il Pd?