Palazzi & potere

Renzi, Alfano e quella proposta indecente: parla Pizzolante

IL RICORDO è ancora molto vivo.
«I rapporti erano diventati già tesi dopo il 4 dicembre - racconta Sergio Pizzolante, ex socialista e uomo di Alfano - e a tutti noi, dopo la sconfitta, era parso che Renzi avesse perso lucidità. Poi è arrivata questa frenesia della rivincita ed è successo quello che è successo...».
Racconti bene, Pizzolante, cosa è successo, chiede il QN? «Siamo ai primi di febbraio, alla ripresa dei lavori dopo la lunga pausa delle vacanze di Natale. Angelino Alfano convocò la direzione del partito. C' erano diverse cose di cui parlare, ma Alfano andò subito al sodo; la proposta 'indecente' di Renzi...».
Cosa disse Alfano? «Le parole esatte non me le ricordo, ma il succo era questo: su un foglietto aveva scritto quello che Renzi gli aveva detto. E cioè: 'Voi fate cadere il governo Gentiloni, poi scriviamo insieme la legge elettorale, ma potete scriverci dentro quello che volete e si va a votare il 25 di giugno'. Un timing molto preciso, con tanto di data e richiesta di accorpare legge elettorale col 'fattore' elezioni e caduta di Gentiloni».

E come lo avreste fatto cadere il governo Gentiloni, quale sarebbe stato l'incidente suggerito da Renzi? «Questo dettaglio non siamo arrivati neppure a discuterlo, non so neppure se Alfano lo avesse scritto nel foglio, perché l' intera direzione di Ap si espresse in modo nettamente contrario alla proposta. È chiaro che poi Renzi si è rivolto altrove...».

Quindi Alfano riferì a Renzi il risultato della consultazione interna, continua il QN «Presumo di sì. Penso anche che poi i renziani siano tornati all' attacco con nuove pressioni, ma non so dire chi sia stato a riproporre la questione. Di sicuro è che, andato a vuoto quest' ultimo tentativo, tra noi e il Pd è calato il buio. In sostanza, Ap ha fatto chiaramente capire a Renzi di non essere disponibile al suo disegno: se proprio voleva far cadere Gentiloni, si sarebbe dovuto assumere la responsabilità di staccare la spina al 'suo' governo, il terzo in ordine di tempo, targato Pd».

Perché non avete parlato prima? «Per non mettere a repentaglio la tenuta del governo. Come dicevo, Renzi ha perso lucidità e non gli interessa niente dei rischi che corre il Paese col voto anticipato. A noi invece sì. Per questo abbiamo anche fatto argine ai ricatti delle correnti interne al Pd».