Renzi vuole le urne il prima possibile: ecco perchè
Difficilmente il Pd vincerà le regionali nonostante il governatore uscente sia il dem Rosario Crocetta. Anzi, il rischio è che arrivi addirittura terzo, alle spalle di M5s e centrodestra. Una batosta simile ridimensionerebbe inevitabilmente Renzi e la sua segreteria proprio a pochi mesi dalle liste elettorali. Senza contare altro problema a cui l' ex premier guarda con preoccupazione che un risultato simile potrebbe condizionare la trattativa sulla legge elettorale, dando più forza a chi sostiene la necessità di introdurre il premio di coalizione, scrive il Giornale.
E qui si torna alla necessità di non «stirare» la legislatura che ufficialmente si chiuderà il 15 marzo 2018 (cinque anni esatti dopo la prima seduta di Camera e Senato). Le elezioni stando alla Costituzione possono avere luogo «entro 70 giorni» da quella data, quindi finanche il 24 maggio. Difficilmente si andrà così avanti, perché quasi sempre si vota a ridosso della fine della legislatura, ma la partita è evidentemente aperta, anche perché nello stabilire la data - come prevede la Carta - avrà un ruolo centrale il capo dello Stato. L' agenda Renzi la conosce bene e sa che nel caso di un flop in Sicilia (un' elezione che coinvolge cinque milioni di italiani) è bene che le politiche siano il più vicino possibile, così che non ci sia il tempo per le rese dei conti interne al Pd né, magari, per rimettere mano a una legge elettorale che al segretario dem va bene così com' è. Senza contare che dopo l' 8 marzo 2018 Silvio Berlusconi potrebbe superare i vincoli della legge Severino presentando ricorso in Tribunale senza attendere la Corte europea di Strasburgo e, magari, ricandidarsi.