Palazzi & potere
ROMA, ITALIA: L’ACQUA STA FINENDO….L’ESTATE ANCORA NO!

Temperature torride nei 7 giorni che separano Roma dal razionamento idrico
Aqua volat, scripta manent. Versione rivisitata della famosa locuzione latina che sintetizza perfettamente quanto sta accadendo in queste ore a Roma sul fronte del sistema idrico.
Da una parte gli scripta, inconfutabili per definizione (scripta manent!): la concessione del 19 giugno 1990 con la quale Acea Ato 2, l’azienda che gestisce la distribuzione idrica nella Capitale, rivendica il diritto di captare acqua dal lago di Bracciano in casi di emergenza. Da 1.100 litri al secondo fino a 5.000 nei casi estremi più estremi. Limiti mai sforati dalla municipalizzata delle acque che aveva anzi ridotto nell’ultimo periodo il prelievo da 1600 litri al secondo a meno di 900.
Dalla parte opposta l’aqua che nel lago di Bracciano ha raggiunto un livello molto basso: meno 164 centimetri rispetto alla norma (aqua volat). Sono a rischio il patrimonio ambientale e archeologico del lago così come il turismo nei tre comuni di Anguillara Sabazia, Bracciano e Trevignano Romano.
Il governatore della Regione Zingaretti ha disposto, dal 28 luglio, l’interruzione dei prelievi.
Decisione pesantissima, sulle cui cause la Regione Lazio e la controllata del Comune di Roma si stanno rimpallando le responsabilità. Decisione che arriva nel mezzo di un’estate particolarmente torrida.
E’ iniziata una corsa contro il tempo. Urge trovare una soluzione. Si rischia il razionamento dell’acqua per un milione e mezzo di romani con disagi enormi per gli ospedali, per le attività commerciali, per i cittadini, per le istituzioni.
La pioggia – tanta pioggia - sarebbe una manna dal cielo, ma non arriverà, dicono i meteorologi.
Impossibile intensificare lo sfruttamento delle sorgenti reatine del Peschiera e delle Capore, i due principali bacini idrici che alimentano Roma, da cui già si preleva il massimo: rispettivamente 9000 e 5000 litri al secondo. Anche le altre fonti di approvvigionamento idriche della Capitale sono già sfruttate fino alla saturazione.
La riparazione della rete idrica romana (circa 5000 km!), ormai ridotta a colabrodo, è un miraggio e necessita di una oculata programmazione che, seppure molto urgente, richiede comunque parecchio tempo. Sarà dunque per ora impossibile interrompere, o comunque limitare, la dispersione di acqua oggi stimata al 45%. Sono quantità enormi: nella rete idrica romana vengono immessi ogni anno quasi 500 milioni di metri cubi di acqua. Non sarà certamente d’aiuto l’acqua che continuerà a sgorgare ininterrottamente dai 2500 nasoni, ovvero dalle fontanelle in ghisa sparse per la capitale. Una soluzione non c’è. Meno che mai sarà disponibile in una settimana.
Chi ritenesse il problema della siccità e dei cambiamenti climatici una suggestione senza riscontri oggettivi nella realtà è invitato a fare un giro a Bracciano, per osservare da vicino le condizioni del lago e della natura circostante. Subito dopo consigliatissima una vacanza a Roma, a condizione che l’arrivo sia successivo al 29 luglio, per toccare con mano il ventilato razionamento idrico. Intanto è partito il count down… meno sette. I romani hanno sette giorni per riempire il maggior numero di taniche e bottiglie.
Alessandro Coretti (@alecorets)