Palazzi & potere
Ue, uno sport comune unirebbe più dell’Euro
Competizioni sportive in cui gareggiare sotto la bandiera europa. Calcio escluso
L’idea di Carlo Musso, membro del Comitato esecutivo dell’Istituto Affari Internazionali
Mi è difficile immaginare un cittadino di un qualunque Stato membro dell’Unione europea che si emozioni stando in piedi davanti alla bandiera blu, o che si commuova ascoltando l’inno europeo. Penso che questo non accade perché mancano le condizioni adeguate.
Facciamoci una semplice domanda: ai nostri giorni, quand’è che le persone si sentono più orgogliose di appartenere alla propria nazione? Principalmente in occasione di eventi sportivi, quando, dopo un’epica vittoria o anche una sconfitta frutto di una prestazione memorabile, un profondo senso di appartenenza comune si diffonde tra individui che non si conoscono fra loro, ma, quasi magicamente, si sentono concittadini di un stessa patria.
Lo sport non è solo questione di come impiegare piacevolmente il tempo libero. È molto più di questo. Non è una storia il fatto che nell’antica Grecia, in occasione dei giochi Olimpici, si deponevano le armi e si interrompevano le guerre, per dare modo agli atleti di città nemiche di radunarsi all’ombra del tempio di Zeus e competere lealmente nei sacri giochi. È storia.
La nazionale europea che non c’è
Per quanto ne so, non c’è una sola competizione sportiva in cui l’Ue schieri una sua squadra sotto la bandiera blu (c’è per la verità la Ryder Cup, un trofeo biennale di golf disputato tra una squadra degli Stati Uniti e una europea, ma non dell’Ue vera e propria).
Non sarebbe possibile una cosa del genere? Anche in presenza di tradizioni solide e profonde in ogni sport a livello nazionale, non potrebbe essere realistico pensare a una squadra dell’Ue in grado di unire le passioni e le speranze di tutti gli europei sotto la stessa bandiera? Potrebbe.
Perché questa idea non rimanga una semplice speculazione, bisogna fare qualche proposta concreta. Chiediamoci da quale sport potrebbe essere meglio cominciare, con l’obiettivo di schierare una squadra dell’Unione europea capace di raccogliere la passione di milioni di tifosi europei in vista di un traguardo comune.
Cominciamo da Olimpiadi e atletica leggera
Il calcio non è proponibile. Proviamo ad immaginare una Coppa del Mondo senza Germania, Italia, Francia, e Spagna, che mettono insieme 10 vittorie, la metà del totale. Questo toglierebbe ogni interesse alla competizione. Considerazioni simili valgono per altri sport di squadra, ove molti Paesi europei rivestono ruoli di grande rilievo.
Secondo me, una buona scelta potrebbe essere l’atletica leggera. L’atletica è un insieme di molte discipline diverse, ove le nazioni europee hanno diverse eccellenze e la competizione da parte degli altri continenti è forte e largamente distribuita: ad esempio, l’Africa prevale nelle corse di media e lunga distanza, mentre le squadre caraibiche dominano sulle distanze brevi, e i Paesi asiatici sono forti nei concorsi di lancio e getto. Perciò, schierare una singola squadra europea di atletica alle Olimpiadi o ai Campionati mondiali non impoverirebbe troppo le competizioni.
Allo stesso tempo, l’atletica è uno sport molto popolare, praticato in tutti i Paesi europei da migliaia di ragazze e ragazzi fin dalle scuole primarie e secondarie, e quindi l’interesse per questa disciplina è assai diffuso nella società. In questo modo, i Campionati europei potrebbero diventare ancora più interessanti, perché costituirebbero una sorta di selezione per la squadra dell’Unione europea.
Ora, proviamo a immaginare milioni di europei riuniti attorno a milioni di schermi, in piedi di fronte alla bandiera blu che sventola nel cielo, mentre ascoltano l’Inno alla gioia e guardano un’atleta europea con la medaglia d’oro al collo, con gli occhi umidi e un senso di orgoglio per il fatto di essere tutti europei.
Sogni da sognare insieme
Sono sicuro - assolutamente sicuro - che cose del genere possono toccare il cuore degli europei molto più in profondità che non il condividere la stessa moneta o anche votare per lo stesso Parlamento. Se vogliamo costruire un’Unione europea della gente e per la gente, dobbiamo avere dei sogni da sognare insieme, dei traguardi comuni per cui sperare, delle emozioni da condividere e ricordare.
Se vogliamo che la nostra gente - specialmente le giovani generazioni - si entusiasmi dell’Europa, lo sport deve assolutamente entrare nel quadro generale come uno dei pilastri su cui costruire una vera e sentita identità europea.