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Politica
"Emiliano conquisterà Milano e Pd con l'autonomia dei territori".Parla Pacente

di Lorenzo Lamperti
twitter11@LorenzoLamperti

"Il Pd di Emiliano sarà il Pd dei territori. E Penati è l'uomo giusto per questo progetto". A parlare è Carmine Pacente, coordinatore della mozione congressuale di Emiliano in Lombardia, in un'intervista ad Affaritaliani.it.

Carmine Pacente, perché ha scelto di appoggiare Michele Emiliano?

Ho scelto Emiliano perché rappresenta il riscatto dell'autonomia dei territori contro il centralismo renziano. In questi ultimi anni c'è stata una forte tensione centralista che il governo Renzi non ha fermato. Anzi, ha proseguito con la tendenza centralista che ha penalizzato le autonomie territoriali, in particolar modo quelle virtuose. Credo sia necessaria un'inversione di tendenza anche per costruire un'Europa integrata, forte e diversa da quella di oggi. Per farlo c'è bisogno di partire dai territori. E' un paradosso parlare di un'Europa più forte e parallelamente rafforzare, a ogni latitudine, gli Stati nazionali. Si tratta di temi ai quali, lo dico da campano, i cittadini del Nord sono molto sensibili e credo che Emiliano sia l'uomo giusto per portarli avanti.

CARMINE PACENTE, 38 anni, è stato eletto nel Consiglio comunale di Milano con il Pd a giugno del 2016. E' stato eletto anche presidente della commissione Affari internazionali post Expo e politiche europee. Sta lavorando su temi come l'agenda europea e i fondi strutturali di investimento in stretta connessione con il gabinetto della commissaria europea alla politica regionale urbana Corina Cretu.

Che cosa ha sbagliato Renzi a riguardo?

Con Renzi la tendenza centralista è continuata nonostante le parole fossero altre. L'esempio più eclatante è quello delle aree metropolitane: continuiamo a parlare di modelli e a raccontarci che il futuro dell'Europa dipende dalle città e dalle grandi aree metropolitane, scimmiottiamo esempi europei virtuosi come Lione e Barcellona ma poi nei fatti contravveniamo a tutto ciò che è stato fatto in questi paesi a favore di queste aree metropolitane e queste città.

Quanto è difficile per Emiliano imporsi a Milano?

Emiliano ha un grandissimo punto di forza: è stato il sindaco di Bari, è il presidente della Puglia. Due esempi virtuosi di gestione dei territori, anche nel profondo Sud. E se lui si fa portatore a Milano e in Lombardia di questo messaggio delle autonomie dei territori troverà terreno fertile. Non tanto tra gli iscritti al Pd, tra i quali siamo debolissimi, ma nelle primarie aperte che interessano i cittadini il 30 aprile.

Ssperate di pescare magari anche nell'elettorato della Lega insistendo sul tema delle autonomie?

Ma guardi, sul tema dell'autonomia credo ci sia la sensibilità di tantissimi cittadini al di là delle bandiere e al di là dei partiti.

Autonomia. E' questa la parola chiave per battere Renzi e Orlando, dunque?

Questo è il messaggio che Emiliano deve portare a Milano, in Lombardia e al Nord in generale. Perché l'autonomia è un valore che continuiamo a predicare ma che è contravvenuto nei fatti. E la grande sfida di Emiliano sarà quella di praticarlo questo valore, non solo predicarlo. Sembra paradossale che possa farlo un uomo del Sud, ma è possibile. Anzi, credo che lui sia l'unico in grado di farlo.

La rottamazione di Renzi secondo lei è rimasta solo sulla carta? Non è riuscito a diventare quel rivoluzionario che ambiva di essere?

Non voglio fare polemiche con gli altri candidati. Anzi, spero che il confronto si possa fare sui contenuti. Quello dell'autonomia è un messaggio che Renzi aveva fatto proprio ma che poi ha tradito nei fatti e io credo che noi dobbiamo ripartire da qui.

Lei che lo conosce bene, che cosa farà Enrico Letta?

Vedremo, non so che cosa farà. Io non ho intenzione di tirarlo per la giacca, sarebbe irrispettoso nei suoi confronti.

Ma c'è una convergenza dei lettiani verso Emiliano?

Diciamo che Francesco Boccia, il quale è stato anche lui molto vicino a Enrico Letta, l'ho ritrovato in questa partita. Poi ci saranno altri colleghi che sosterranno qualche altra mozione e quello che farà Enrico lo deciderà lui.

Crede che il caso Consip possa incidere sulla fase congressuale?

Sì, credo che possa incidere. Preferirei che vicende come questa restassero slegate dalle dinamiche politiche ma abbiamo anche altri esempi del fatto che casi come questo si vadano poi a intersecare sul dibattito politico.

L'inchiesta può avere effetti negativi per Renzi?

Sì, penso che possa avere effetti negativi su Renzi. Ripeto: auspicherei che queste cose restassero fuori dal dibattito politico ma purtroppo credo ci entreranno. Speriamo che questa vicenda non danneggi anche il Pd e che vadano a votare più elettori possibili.

Emiliano appare più distante dal mondo della finanza rispetto a Renzi e a Orlando. Un mondo che soprattutto a Milano può pesare molto. Questo può essere un handicap per Emiliano?

Noi siamo appena partiti. C'è tutto il tempo per riannodare l'azione. Questa cosa non ci preoccupa.

Come sarebbe il Pd di Emiliano?

Sarebbe il Pd dei territori, del riscatto dei territori virtuosi.

In un'intervista ad Affaritaliani.it, Filippo Penati ha aperto alla possibilità di scendere in campo per Emiliano. Le risulta? Sarebbe l'uomo giusto?

Lui sta valutando con attenzione ma sicuramente quella di Emiliano è la mozione che lo convince di più. Se, come speriamo, dovesse confermare questa disponibilità, Penati incarna proprio il progetto di cui abbiamo parlato, quello del riscatto dei territori. Sarebbe politicamente più che compatibile per quello che stiamo facendo a Milano e al Nord.

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