Politica

Pd, nessun paletto verso il M5s. Così Renzi consegna l’Italia alla destra

di Paola Alagia

Intervista di Affari a Gianni Cuperlo (Pd) che si sofferma anche sulla visita del premier in Libia. L'apprezzamento sui salvataggi? “Draghi ha sbagliato”

A proposito di amministrative. Il leader di Italia viva ha messo sul tavolo il nome di Isabella Conti per la città di Bologna. Secondo lei si tratta di una provocazione? O il Pd dovrebbe valutare tale ipotesi?
Nessun nome è una provocazione. Detto ciò, a Bologna c’è un Pd vivo e autonomo che in questi mesi non è stato con le mani in mano in attesa che arrivasse qualcuno da Roma a spiegargli cosa fare. In quella città ci sono figure autorevoli, un sindaco uscente che ha fatto più che bene e un gruppo dirigente responsabile. Sapranno gestire la situazione e compiere la scelta migliore.

Cosa si gioca Letta con queste amministrative?
Il punto è cosa si giocano torinesi e milanesi, triestini e bolognesi, romani, napoletani e cittadini di centinaia di altri comuni, grandi, medi e piccoli. Si giocano il futuro prossimo delle loro comunità, l’idea di città solidali, accoglienti, bene amministrate. Per questo ho fiducia e penso che il voto premierà la qualità del buon governo.

Conte e Letta sono destinati scontrarsi sulla leadership?
Non per forza. Se assumiamo la logica tipica delle democrazie chi avrà più consenso sarà anche naturalmente il leader della coalizione.

Letta ha detto che l’esecutivo Draghi è l’esecutivo del Pd. Ieri, però, il premier ha espresso soddisfazione per l’operato della Libia sui salvataggi in mare, suscitando numerose polemiche anche nel Partito democratico. Draghi ha sbagliato?
Col rispetto dovuto, rispondo di sì. Il tema è dove collochiamo il limite invalicabile della difesa dei diritti umani. Non si può evocare la stabilizzazione della Libia e al contempo fondare quell’obiettivo sul tacere le responsabilità criminali di chi riportando donne, uomini, bambini, nei campi di detenzione li espone a nuove insopportabili violenze e torture. Dalla Libia all’Egitto di Giulio Regeni e Patrick Zaki il capitolo dei diritti umani globali non può che essere un tratto della nostra identità e nessuna realpolitick deve avere il sopravvento sulla battaglia coerente per la difesa di un principio di umanità. Sempre e ovunque.