Politica

Pd, nessun paletto verso il M5s. Così Renzi consegna l’Italia alla destra

di Paola Alagia

Intervista di Affari a Gianni Cuperlo (Pd) che si sofferma anche sulla visita del premier in Libia. L'apprezzamento sui salvataggi? “Draghi ha sbagliato”

La strategia delle alleanze. Letta ritiene centrale il dialogo con il M5s. Cosa c’è di diverso, allora, rispetto all’impostazione di Zingaretti?
Sul punto mi pare vi sia una giusta continuità. Lo dico perché in politica i numeri non sono tutto, ma qualcosa contano. Il Pd deve farsi perno di una coalizione larga e di un centrosinistra competitivo verso una destra che la pandemia ha spiazzato nella sua retorica sovranista, ma che è tutt’altro che scomparsa. L’alleanza con un Movimento cinque stelle che Conte si è assunto il compito di guidare è parte costitutiva di questa riflessione e piantare paletti tesi a escludere questo scenario equivale più o meno a consegnare l’Italia a Salvini e Meloni.

Ieri Letta ha incontrato Renzi. Le strade di Pd e Italia viva si separano?
Non lo so e francamente ho smesso di occuparmi del tema dal giorno stesso in cui si è consumata la rottura di Italia viva. L’obiettivo dichiarato allora fu di riservare al Pd lo stesso trattamento usato da Macron verso i socialisti francesi. Mi pare che l’esperimento non sia riuscito.

Dalla storica sezione di Testaccio arriva un messaggio chiaro al segretario: nessun patto con M5s a Roma. Come se ne esce?
L’avversario, a Roma come altrove, è dall’altra parte, a destra. Quindi penso che si debba scegliere il candidato o la candidata più in grado di vincere. Oggi, persino al di là del giudizio sull’operato di questi cinque anni, non mi pare che la sindaca abbia la forza o il consenso necessari a tagliare quel traguardo. Piaccia o meno nelle elezioni, in caso di ballottaggio, prevale chi raccoglie un voto in più, questa dovrebbe essere la bussola per tutti. Per noi come per i Cinque stelle, fuori e dentro il raccordo anulare.