Politica

Politica senza più partiti e substrati ideologici: così trionfa la videocrazia

di Vincenzo Olita *

La politica ha perso ormai il binomio azione-immaginazione: siamo ai partiti non partiti, assenti di qualsiasi substrato ideologico e di democrazia interna

Crisi della politica italiana,  Società Libera proseguirà a ragionare sul dubbio e indefinibile futuro delle dirigenze occidentali. Il commento

Soffermandosi sull’articolo che Gaetano Mosca pubblicò nell’agosto del 1925 sul Corriere della Sera “La crisi della democrazia esaminata da Robert Michels”, si avvertono considerazioni, riflessioni, in una parola stati d’animo, del tutto omogenei e paragonabili a quelli consueti e familiari che si ritrovano ragionando sui meccanismi che attengono al nostro sistema politico.

Centoundici anni separano la pubblicazione del politologo tedesco “Il Partito politico nella Democrazia moderna” dalle nostre consuete analisi, ma di fatto è un intervallo che non si avverte. Infatti, Mosca sintetizza così il pensiero michelsiano: “I partiti sono tutti retti da piccole oligarchie di capi, costituite da membri del partito che sono arrivati a farsi eleggere deputati, dai direttori dei giornali e dagli stessi impiegati del partito specie da quelli addetti alla propaganda, dai così detti organizzatori e per entrare in Paradiso occorre il consenso dei Santi, cioè dei maggiorenti.

LEGGI ANCHE: Politica fluida e conservatori bolsi: così l'ideologia woke travolge l'Europa