Politica

Politica senza più partiti e substrati ideologici: così trionfa la videocrazia

di Vincenzo Olita *

La politica ha perso ormai il binomio azione-immaginazione: siamo ai partiti non partiti, assenti di qualsiasi substrato ideologico e di democrazia interna

L’azione è la materia di cui è fatta la politica per cambiare il mondo e l’immaginazione il meccanismo che ci predispone al cambiamento, Hannah Arendt in “La menzogna in politica”.

Oggi le leadership che si propongono si muovono secondo il binomio azione – immaginazione? Crederlo sarebbe illusorio. Siamo ai partiti non partiti, alla politica dell’antipolitica, siamo al personale politico che concepisce, e male, l’amministrazione, il localismo e l’ormai divenuta affermazione solenne e universale: “La politica del fare, non ideologica”.

E sì, perché ideologia, ideologico sono parole e contenuti ormai sconci, non utilizzabili; inconsapevolmente siamo alla cancel culture, quattromila anni di storia, di filosofia, di teologia, di pensiero speculante sul pensiero, sacrificati all’apparente necessità del fare. All’agire in assenza di concezioni in grado di dare coerenza a progetti e scelte, alla vacuità di totem linguistici quali il riformismo che non riforma, non chiarendo, ex ante, eziologia ed assunto ideologico del cambiamento.

Crisi e fallimenti di agenti e vettori di presunti mutamenti sociali sono riportabili a superficialità e vaghezza nell’utilizzo dello strumento operativo: Il Partito, o dir si voglia, Lega, Movimento, Alleanza, Fratelli, Sorelle, Più o Meno Europa, Italia accompagnata da fantasia e così via, è un’immaginazione che galoppa senza successo.