Politica
"Sovranità popolare solo con il presidenzialismo". Inedito di Giorgia Meloni
La prefazione della leader di FdI al libro inedito di Pinuccio Tatarella che verrà presentato a La Piazza di Affaritaliani.it
Continuiamo, sulla scia di Tatarella, a ritenere che la leadership, in democrazia, non la diano i giornali o i circoli degli ottimati, ma i cittadini con il loro voto. Possiamo illuderci che basti una cosmesi, che ci si possa accontentare di carismi d’occasione, di fuochi di paglia alla Renzi o persino di leadership di laboratorio come quelle di Di Maio e Giuseppe Conte, ma senza il requisito della legittimazione popolare, avremo sempre la debolezza dei Governi che ha contraddistinto la Prima Repubblica e la flebilità in sede europea che ne è la diretta conseguenza. Il nostro europeismo senza timidezze ha bisogno di un’Italia orgogliosa e confidente, come quella che rappresentò un altro compianto Tatarella, quel Salvatore a cui mi ha sempre unito stima umana e affetto. Ora che ci siamo seduti dalla parte del torto, essendo tutti gli altri occupati (e capisco che sentirmi citare Bertold Brecht stupirà tanti parrucconi convinti di essere i soli a leggere), sappiamo che il nostro apparente isolamento, la nostra apparente solitudine sono in realtà l’essere in compagnia di tanti. Tanti nel presente, perché gli Italiani ci apprezzano in misura assai maggiore di quanto non dicano i pur lusinghieri sondaggi.
E tanti che purtroppo sono altrove, come i nostri indimenticabili Pinuccio e Salvatore e le tante grandi anime che hanno segnato il cammino della destra italiana. Possiamo riascoltare la loro voce, riorganizzare i loro scritti grazie al lavoro encomiabile e infaticabile di organismi come la Fondazione Giuseppe Tatarella. Purtroppo, la destra italiana non ha mai prestato troppa attenzione alla memorialistica, agli archivi, ai depositi del sapere. Grave mancanza, che dovremo cercare in ogni modo di colmare. Per questo esprimo la mia personale riconoscenza alla Fondazione. Non sapre trovare un complimento migliore se non dire che nulla, fra le cose che conosco o che ho visto, è più completamente e perfettamente tatarelliano della Fondazione che porta il suo nome.