Politica

Qualità dei parlamentari,questioni immorali e l’atteso, da troppo, cambiamento

Di Pietro Mancini

“Il vero problema è la qualità dei parlamentari”, ha scritto, sul Corriere della sera, Gian Antonio Stella, rispondendo al lettore Vincenzo Strati sull’imminente referendum sul numero dei deputati e dei senatori. Ma, come i politici, anche i giornalisti e gli scrittori dovrebbero fare autocritica per aver mitragliato, contribuendo alla cacciata, tutta la vecchia classe politica, piena di ladroni, ma anche di persone (nella Lega, oggi, la maggioranza) perbene.

Nella diffusione, a sinistra, del presunto “complesso dei migliori“, di berlingueriana memoria, era evidente la corresponsabilità di certi santoni della stampa progressista. A sinistra, si sono ascoltate solo voci apologetiche, mentre è calato il silenzio sui tanti errori, politici e di immagine (ricordo un memorabile pezzo di Pansa sulla barca Ikarus di D’Alema).

In numerosi editoriali, il prof. Panebianco ha spiegato, che, in politica, non esistono solo “questioni immorali”-che fu il titolo di un mio libro nel 2006-ma ben più importanti, e delicate, questioni politiche. Il rapporto tra affari e politica è, tra queste, la più importante.

Se i vertici dei partiti continueranno a dare risposte parziali e reticenti, nel nostro Paese-e prevarrà l’obbedienza ai capi, nella scelta dei parlamentari e dei capi delle istituzioni -cambieranno i premier e i ministri. Ma non maturerà, anche alla luce del flop al governo del M5S, l’alternanza degli esecutivi, che somigli, molto da vicino, a una reale e profonda alternativa.