Politica

Quirinale, a Draghi non va giù la bocciatura e mette in atto la vendetta

L'opinione di Gianni Pardo

Draghi ancora amareggiato e addirittura arrabbiato per la mancata elezione...

Ora siamo al dodici febbraio, sono passati parecchi giorni dalla riconferma di Mattarella, e leggo su tutti i giornali che Draghi è ancora amareggiato o addirittura arrabbiato per la mancata elezione. Al punto da volersi vendicare. Se una cosa del genere l’avesse scritta qualche imbecille sui social, non ci avrei badato.

Ma oggi questa descrizione di un Draghi che veramente credeva di poter essere eletto, al punto da essere rancoroso per non esserci riuscito, l’ho letta su parecchi giornali. La mia lista comprende Francesco Verderami e Massimo Franco sul “Corriere”, Lina Palmerini sul Sole 24 Ore, Marcello Sorgi sulla Stampa. Ma chissà quanti altri hanno detto la stessa cosa.

E allora mi devo arrendere. Io avevo reputato impossibile la nomina di Mario Draghi, mentre lui, Mario Draghi, la reputava possibile eccome. Al punto da essere stato offeso dalla bocciatura. E poiché, incontestabilmente lui è un uomo intelligente, abile e di grande successo, mentre io non lo sono neanche di piccolo, chiedo a tutti gli amici: che cosa non funzionava nel mio ragionamento?

Lo so che i fatti mi hanno dato ragione, ma continuo a chiedere: qualcuno mi può spiegare come mai i fatti che ho esposto non li abbia constatati anche Draghi? Ancor più semplicemente: per quale ragione Draghi non ha considerato seri impedimenti quelli che chiunque poteva giudicare ostacoli insormontabili? Da un cretino ci si può  aspettare di tutto, ma da una persona come Draghi al massimo ci si può aspettare un ragionamento sbagliato. Ma appunto, quale è stato?

 

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