Politica
Quirinale, Casini o Draghi. Sfida finale. Ecco chi è in vantaggio e perché
Quirinale, le ipotesi Marta Cartabia ed Elisabetta Belloni
Quirinale, giallo Casellati in Forza Italia (esclusa dalla rosa del Centrodestra all'ultimo minuto)
Punto primo: il Centrosinistra non voterà mai nessuno dei tre candidati proposti ufficialmente dal Centrodestra (Carlo Nordio, Marcello Pera, Letizia Moratti). Chiarissime le parole dopo il vertice Pd-M5S-LeU, "cerchiamo un nome super partes, non contrapponiamo un'altra rosa".
Punto secondo: nel Centrodestra, e in particolare in Forza Italia, desta stupore l'esclusione nella rosa annunciata da Matteo Salvini in conferenza stampa di Maria Elisabetta Alberti Casellati. La presidente del Senato, infatti, sarebbe stata forse l'unica del Centrodestra che avrebbe potuto far breccia in Pd e M5S, anche e soprattutto perché avrebbe lasciato vuota la poltrona di seconda carica dello Stato. Difficile che possa essere la carta coperta da giocare in seguito, anche se tutto è possibile.
Punto terzo: con Mario Draghi a Palazzo Chigi, super-tecnico, fonti autorevoli di Pd-M5S e del Centrodestra spiegano che alla presidenza della Repubblica non può andare un altro tecnico, "altrimenti sarebbe la certificazione finale che il Parlamento è del tutto inutile". Serve quindi un politico, se Draghi resta premier. E, di conseguenza, sembrano tramontare le ipotesi Marta Cartabia ed Elisabetta Belloni.
Punto quarto: per uscire dall'impasse, stando a quanto spiegano fonti Dem e di Forza Italia, sembrano esserci ormai solo due soluzioni: Mario Draghi o Pierferdinando Casini al Quirinale. Il premier, che sicuramente garantirebbe l'Italia a livello internazionale vista la sua autorevolezza, lascia libera la casella di Palazzo Chigi e quindi senza un'intesa sul governo per arrivare a fine legislatura vede allontanarsi il Colle.
Il problema non è tanto il nome del premier, quanto il rimpasto che divide i partiti tra loro e al loro interno. Casini, politico navigato ex democristiano, è il candidato di Matteo Renzi, che dietro le quinte sta lavorando per arrivare all'obiettivo. Letta lo voterebbe (piace molto al ministro Dario Franceschini), anche se deve placare la sinistra Dem.
Salvini non stravede per Casini, è noto, ma per la Lega, probabilmente, sarebbe meglio di Draghi (rischio elezioni nel 2022) e sicuramente di Giuliano Amato. Antonio Tajani, di fatto, ha già affermato che Forza Italia non si direbbe di no e anche ai 5 Stelle potrebbe andar bene avendo sostenuto con la fiducia il Conte II.
In sostanza, escludendo che il Centrodestra voglia andare alla prova di forza in Aula con uno dei tre nomi annunciati oggi, si profila un rush finale Draghi-Casini, con l'ex presidente della Camera in leggero vantaggio sul premier per motivi squisitamente politici.
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