Politica

Regionali, Meloni non più sola al comando. Lega risorta. Cosa cambia ora

Di Alberto Maggi

Il Pd "tiene", mazzata per Conte, Calenda e Renzi



Passando al Lazio, la situazione non cambia moltissimo. Fratelli d'Italia sostanzialmente conferma il 31,2% delle Politiche, decimale più o decimale meno, ma alla vigilia in FdI sognavano addirittura il 35%. Un exploit che è mancato. Forza Italia, almeno nel Lazio, ottiene un buon risultato superando il 10% rispetto al 6,8% delle Politiche, anche se le attese erano per un 12-13%. Anche qui la Lega non solo tiene ma perfino cresce fino al 9% partendo dal 6,3% del 25 settembre e con punte altissime in provincia di Rieti.

Il Pd si conferma anche nel Lazio la vera forze di opposizione umiliando il M5S. I Dem si attestano attorno al 20%, confermando più o meno il dato delle Politiche, mentre i grillini di Conte perdono cinque punti secchi e calano dal 15% al 10% circa. Una vera e propria debacle che smentisce clamorosamente il sorpasso dei 5 Stelle sul Pd che abbiamo visto in tutti gli ultimi sondaggi nazionali. Disastro assoluto per il Terzo Polo Calenda-Renzi, nel Lazio alleato al Pd. La lista Azione-Italia non fa nemmeno il 4% ed esce più che dimezzata rispetto alle elezioni per il Parlamento.

Una vera debacle, altro che costruzione di un'alternativa centrista e liberale alla destra. In sostanza, l'astensione punisce soprattutto le opposizioni - Terzo Polo e M5S in testa - e il governo esce rafforzato da questa tornata elettorale. Ma, come detto, non è Giorgia sola al comanda. FdI resta il primo partito, senza dubbio, ma la Lega risorge e Salvini esce vincitore sia in Lombardia sia nel Lazio.

Per il partito di Silvio Berlusconi benino nel Lazio ma delusione in Lombardia. Avanti, dunque, con l'esecutivo coese e compatto, sicuramente più di prima. A questo punto, però, probabilmente, Meloni saprà che tra i due alleati quello più forte è Salvini e non quel Berlusconi che ha imbarazzato nuovamente il governo sull'Ucraina.