Renzi e le elezioni: da Bankitalia al Rosatellum, ecco perchè non sarà premier
Matteo Renzi non sarà premier dopo le prossime elezioni: ecco le 5 ragioni
Renzi e le elezioni: da Bankitalia al Rosatellum, ecco perchè non sarà premier
Nel cuore dei Paesi Baschi, di fronte a quella meraviglia dell'architettura contemporanea rappresentata dal Guggenheim di Bilbao e poi a Oviedo alla cerimonia del premio ' Princesa de Asturias' alla presenza del re di Spagna Felipe Juan Carlos e del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani si ha tempo per riflettere in modo staccato dei fatti politici italiani.
E grazie a questa importante occasione europea si sono capite due verità : che in politica alla fine vince la moderazione, vincono i politici moderati e soprattutto la politica non perdona gli errori.
MATTEO RENZI E LE ELEZIONI. TAJANI E RAJOY ESEMPI POSITIVI
Tajani, Rajoy ne sono un esempio in positivo, il presidente catalano Pudjemont un esempio perdente. In questa atmosfera è facile pensare a Matteo Renzi, ad un giovane politico che è stato un nostro astro nascente e che ora vuole ripresentarsi per una posizione, quella di premier del paese, che probabilmente non riuscirà ad ottenere.
MATTEO RENZI E LE ELEZIONI. 5 RAGIONI DELLA PROBABILE SCONFITTA
E questo per alcune ragioni principali. La prima. Il brand Renzi purtroppo non fa più tendenza ed in comunicazione vige una legge non scritta ma inesorabile che basta un minuto per rovinarsi un immagine ma necessitano anni per ricostruirla. E l'uomo non ha tempo, le elezioni sono a primavera.
La seconda. Il politico Renzi divide (e il PD non aveva bisogno di scissioni così nette). Il Rosatellum favorisce unioni tra gruppi e partiti, non premia le corse isolate.
La terza. L'attacco ai poteri forti di Banca d'Italia. Giusta la mozione sbagliati i tempi e soprattutto che arrivi da chi in anni non lontani chiedeva ai risparmiatori di avere fiducia e investire nei titoli di una MPS ormai risanata.
E i poteri forti un simile attacco non potranno perdonarlo e nemmeno i risparmiatori sapranno dimenticare.
MATTEO RENZI E LE ELEZIONI. L'ATTACCO AI POTERI FORTI
La quarta. La presenza nel cosiddetto 'giglio magico' della ministra Maria Elena Boschi, che per motivi inspiegabili (forse la troppa vicinanza con i problemi critici di banca Etruria) ha una immagine davvero pessima sull'elettorato.
Nel ranking dei politici visti peggio forse è superata solo dalla Fornero ( irraggiungibile ) e dalla Boldrini. Altri potenziali leader, vedi Matteo SALVINI, hanno saputo affrancarsi da chi avrebbe potuto affondarli, come ad esempio quell'Umberto Bossi, ormai logoro ed inaffidabile.
La quinta. La crescita ed il successo imprevedibili dell'attuale premier Paolo Gentiloni, apprezzato sia a livello nazionale che internazionale. Un successo che finalmente è stato percepito anche dallo stesso Gentiloni.
E in una ipotetica gara tra i due al momento non c'è storia alcuna.
Ed allora, se queste ragioni hanno un fondo di verità e non rappresentano solo fantapolitica, Matteo Renzi farebbe bene a fare qualche riflessione, immaginando un passo indietro nelle sue mire e lasciando spazio, per questo giro, al saggio e bravo Paolo Gentiloni.
Alla guida del Pd potrà comunque dimostrare le sue qualità di leader e rifarsi un'immagine per un prossimo futuro.