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Politica
Governo, Meloni vince sulle riforma. Ok all'autonomia "costa" alla Lega
Giorgia Meloni

Riforme, quello che non c'è scritto nel comunicato di Palazzo Chigi


Il comunicato uscito da Palazzo Chigi ieri sera al termine del vertice di maggioranza, ai massimi livelli, sulle riforme è chiarissimo e parla di accordo nel Centrodestra su tre punti chiave: autonomia regionale differenziata, presidenzialismo e legge speciale per Roma Capitale. Presenti, tra gli altri, oltre alla premier Giorgia Meloni anche i due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani. A una prima lettura, dunque, la maggioranza è coesa e va avanti unita senza problemi.

In realtà, ci sono alcuni dettagli da sottolineare e che confermano quanto scritto ieri da Affaritaliani.it in un rumor-bomba che parla di Lega e Forza Italia "ancelle" della presidente del Consiglio, che, di fatto, comanda lei. Nessuno conosce ovviamente i dettagli e i toni della riunione riservatissima a Palazzo Chigi ma qualche elemento c'è. Salvini ha più volte affermato nei giorni giorni che l'autonomia regionale sarà legge entro la fine dell'anno, ma nel comunicato della presidenza del Consiglio non si fa alcun riferimento ai tempi di approvazione... se non che vanno definiti.

E nonostante siano due piani completamente diversi - per l'autonomia basta una legge ordinaria il cui testo del ministro Roberto Calderoli è già pronto e vagliato dalle Regioni mentre per il presidenzialismo si tratta di una riforma costituzionale (quindi con doppio passaggio in entrambe le Camere) e non c'è nemmeno una bozza di un testo - i due provvedimenti vengono messi sullo stesso piano come se debbano viaggiare in parallelo. Non solo, fonti di Fratelli d'Italia hanno spiegato a più riprese che la Legge speciale per i poteri di Roma Capitale dovrà arrivare prima dell'autonomia tanto cara in particolare al Governatore veneto Luca Zaia e alla parte della Lega rimasta fedele al verbo di Umberto Bossi.

Tirando le somme, Salvini e la Lega portano a casa la rassicurazione che l'autonomia sarà legge (anche se il testo Calderoli rischia di essere modificato e "ammorbidito" in Parlamento, visto che anche i presidenti di Regione del Sud di Centrodestra e non solo di Centrosinistra hanno dei dubbi) ma i tempi si dilatano, si allungano e quasi certamente non ci sarà alcun via libera entro fine 2023. E prima il Carroccio dovrà dimostrare lealtà su Roma Capitale e presidenzialismo. 

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