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Politica
Rischio stangata sulla casa con la riforma del catasto

Professor Valditara tutto nasce da una raccomandazione inviata all’Italia dalla Commissione europea, a guida Ursula Von der Leyen, nella quale si caldeggia una “riforma degli estimi catastali non aggiornati” nonché la “revisione delle agevolazioni fiscali”. D’altro canto, lo stesso MEF ha inviato alle Agenzie Fiscali l’atto di indirizzo 2021-2023, raccomandando di “presidiare la qualità e la completezza delle banche dati catastali”, con un “costante aggiornamento dell’Anagrafe immobiliare integrata”.

L’Europa può chiedere ciò che vuole ma noi siamo ancora un Paese sovrano e la nostra politica fiscale non può essere imposta da qualche burocrate europeo, non eletto dagli Italiani. Altrimenti non siamo più in una democrazia.

 

Che cosa ne pensa del possibile aumento indiretto anche delle imposte di successione?

Il nostro Paese ha sempre goduto di un regime successorio favorevole: infatti nel DNA dell’Italiano c’è l’attaccamento alla famiglia e ai figli, la volontà di trasmettere e passare loro il nostro patrimonio. Va poi osservato che spesso – e nella congiuntara socio-economica odierna in misura vieppiù crescente – i patrimoni ereditati non corrispondono a un reddito adeguato, compatibile o comunque atto a mantenerli.

Quali  conseguenze può avere un aumento della tassazione sullo stato di salute del nostro patrimonio immobiliare?

È degno di nota l’aumento vertiginoso degli immobili che versano in gravissime condizioni manutentive, per effetto dell’impossibilità dei proprietari di provvedervi. Secondo gli ultimi dati resi noti da Confedilizia, il numero degli immobili in condizioni di degrado è aumentato, rispetto al 2011, del 107%, con un ulteriore incremento percentuale del 2,2%, se confrontato con i valori del 2019. Una desertificazione immobiliare che sta già accentuando il livello di degrado dei nostri centri urbani.

Anche questo fatto conferma come spesso non ci sia corrispondenza fra patrimonio potenziale e reale capacità di mantenerlo: e il tutto si innesta su un impoverimento complessivo della società, che alla lunga rischia di sfilacciare anche il tessuto sociale. Mantenere una proprietà è difficile già oggi, figuriamoci se dovessimo tassarla di più.

Il risultato, inevitabile, è quello di assistere a un ulteriore aumento della povertà.

Professor Valditara, il tema della riforma del Catasto si inserisce in un contesto ove il mattone risente anche di altre criticità.

Il mercato delle locazioni, sia abitative sia commerciali, si è fortemente contratto a causa del Covid. Pensiamo solo agli effetti dello smart-working e della didattica a distanza negli Atenei: molti lavoratori e studenti universitari non hanno più avuto necessità di spostarsi, per non parlare di quanti hanno perso il lavoro. C’è stata una forte riduzione sia nel numero di affitti sia nell’entità dei canoni. I proprietari hanno già dato con il blocco degli sfratti, che tra l'altro premia anche l'inquilino moroso e persino gli inquilini già morosi prima del Covid, una palese iniquità.

Questo è un altro tema importante. Se l’inquilino è inadempiente, il Fisco pretende comunque che il proprietario paghi quanto previsto nel contratto e l’eventuale credito d’imposta si ottiene solo ex post, dopo aver presentato una consistente mole di documenti e aver espletato fastidiose pratiche burocratiche.  Tutto ciò è moralmente inaccettabile, oltre che contrario a una sana logica economica. Da una parte lo Stato aumenta la tassazione per i proprietari, dall’altra incoraggia de facto gli inquilini a non rispettare gli impegni contrattuali e dunque ad essere "evasori".

Professor Valditara, qual è il valore intrinseco e irrinunciabile della Proprietà immobiliare?

 

Proprietà e Libertà sono due facce della stessa medaglia. In un contesto dove la Proprietà venga osteggiata, è difficile esercitare anche la Libertà. Disporre dei propri beni liberamente, acquistare, vendere, avviare iniziative economiche senza vincoli o ostacoli fastidiosi sono aspetti cruciali della libertà individuale. E attentare alla Proprietà significa proprio questo: attentare alla libertà individuale.

La difesa della proprietà è anche il presupposto di uno Stato democratico. Uno stato di liberi Proprietari è infatti uno Stato in grado di resistere molto meglio agli attacchi di qualsiasi totalitarismo. Questo perché i Proprietari hanno interessi da difendere e rivendicano la loro sfera di autonomia. Limitare la proprietà significa aumentare lo spazio del pubblico a danno del privato, da sempre prodromico di una trasformazione del cittadino in suddito.

La Proprietà è inoltre la "protesi della persona umana": ridurla, o contrarla significa indebolire il valore sociale e le potenzialità della persona umana.

Infine la Proprietà presuppone il riconoscimento di limiti e confini, presuppone la pretesa che un estraneo non vìoli lo spazio del privato. È un principio che deve valere anche per gli Stati: democrazia significa porre dei limiti e dei confini.

Professor Valditara, Lettera150 si sta mobilitando per cercare di contrastare questa riforma, questa “cronaca di una morte annunciata”?

Certo, abbiamo già costituito un gruppo di tecnici per contrastare una revisione degli estimi catastali che rischia di impoverire il Paese e il ceto medio. Noi diciamo e diremo sempre no alle stangate.

 

                                                                                                                           

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