Politica

Roberto Fico "incompetente" rispetto al quesito di Riccardo Magi

Solaris

Botta e risposta tra Fico e Magi su un quesito costituzionale.

Riccardo Magi, segretario dei Radicali Italiani ed eletto per +Europa di Emma Bonino aveva scritto al nuovo Presidente della Camera Roberto Fico per avere chiarimenti riguardo l’articolo 21 comma 5 dello Statuto del Gruppo Parlamentare Cinque Stelle che recita:

“il deputato che abbandona il gruppo parlamentare a causa di espulsione ovvero abbandono volontario ovvero dimissioni determinate da dissenso politico sarà obbligato a pagare, a titolo di penale, al Movimento 5 Stelle, entro dieci giorni dalla data di accadimento di uno dei fatti sopra indicati, la somma di euro 100.000,00.” In contrapposizione dell’articolo 67 della Costituzione che invece dice:

ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

La risposta scritta di Fico non si è fatta attendere dichiarandosi “incompetente” rispetto al quesito postogli. Scrive infatti a sua volta Magi:

“Il presidente della Camera Roberto Fico ha appena risposto per iscritto alla mia lettera dichiarandosi incompetente rispetto all’incostituzionalità del regolamento del gruppo M5S sul vincolo di mandato: una questione di cui lo avevo investito, come anche il collega Ceccanti, chiedendogli di intervenire a tutela dei principi costituzionali e delle prerogative parlamentari nell’istituzione che Fico rappresenta.

Eppure diversi costituzionalisti, a cui in questi giorni abbiamo chiesto un parere, ci hanno risposto avvalorando la nostra tesi: se il regolamento di un gruppo contraddice manifestamente la Carta, prevedendo una multa (salatissima!) per chi lo abbandoni, il presidente della Camera, terza carica dello Stato, non può far finta di nulla“.

Il tema non è peregrino perché l’abolizione del divieto di mandato imperativo dei parlamentari è da sempre nel mirino dei Cinque Stelle che lo ritengono semplicemente una norma anti - volta gabbana dimenticando però che fu instaurato proprio durante la Rivoluzione Francese a cui spesso si richiamano:

«I rappresentanti eletti nei dipartimenti non saranno rappresentanti di un dipartimento particolare, ma della nazione intera, e non potrà essere conferito loro alcun mandato»

(Articolo 7 della costituzione francese del 1791)