Politica
De Angelis, strano caso: dà del “matto” a Salvini ma la compagna siede in Cdm
De Angelis è il compagno del ministro in carica dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, esponente di spicco di Forza Italia
Lo strano caso di Alessandro De Angelis. Dà esplicitamente del "matto" e del "mulo" a Salvini ma la compagna siede con lui in Consiglio dei Ministri
Alessandro De Angelis è il vicedirettore dell’Huffington Post, quindi un giornale di sinistra che fu diretto da Lucia Annunziata e ora lo è da Mattia Feltri, figlio di Vittorio e il ministro Matteo Salvini non gli deve essere molto simpatico, come si evince anche da articoli pregressi.
Inizia a scrivere su Il Messaggero, quotidiano progressista della Capitale, poi passa al Riformista.
È fondatore dell’Huffington post e suo vicedirettore.
Con Michele Santoro ha condotto la rubrica “Nazareno Renzoni”, con il celebre tele - pupazzo, che prendeva di mira il progressivo avvicinamento ed osmosi tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi.
Ospite televisivo fisso a Otto e Mezzo e Piazzapulita su La7.
Qualche giorno fa scrive un articolo che attacca in pieno Salvini e dal titolo particolarmente forte: “Matteo Salvini, il matto del paese”.
Sottotitolo:
“Vannacci, castrazione chimica, galera per i minorenni: il leghista costruisce un fittizio racconto securitario basato sull’allarmismo. E lo fa per lanciare una sfida da destra a Meloni: da un lato responsabile sul governo, dall'altro custode della linea politica autenticamente sovranista. Se fa così a settembre, a maggio cosa fa?”.
Incipit:
“Rieccolo, è tornato, sfolgorante esempio di una politica populista, incapace di cambiare passo e schema, altro che mossa del cavallo, trionfo della testardaggine dei muli. La suggestione di un’Opa sul cosiddetto centro è durata il tempo delle esequie del Cavaliere e di un consiglio federale primaverile archiviato nell’estate di Vannacci e della liaison con Marine Le Pen. E ci risiamo: castrazione chimica, evergreen da dieci anni, galera per i minorenni perché i quattordicenni non sono più quelli di una volta (ma non erano bamboccioni?), divieto di utilizzo dei cellulari per i minori condannati, insomma reprimere, reprimere, reprimere.”
Il titolo è di quelli sparati ad alzo zero ed è un concentrato di critiche molto pesanti non solo al leader leghista, ma a tutto il centro - destra. In pratica è l’attacco più forte che Salvini e quindi il governo ha ricevuto sul cosiddetto “decreto Caivano” che utilizza il pugno duro e l’inflessibilità sulla punizione dei minorenni che delinquono.
Un decreto salvifico di cui abbiamo parlato ieri
Una norma arrivata con un buon decennio di ritardo grazie al buonismo del Pd che difende spesso chi delinque cercando sempre di attenuare, sminuire, comprendere, edulcorare. Basti pensare solo ai casi delle baby borseggiatrici a Milano o a chi occupa abusivamente le case.
L’articolo di Alessandro De Angelis –da non confondere con l’omonimo Marcello De Angelis ex collaboratore del Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca-, è un concentrato di luoghi comuni del buonismo di sinistra che ha condotto il Paese nello stato di degrado e impunità in cui si trova.
Per De Angelis “reprimere” non è la strada giusta e la triplice ripetizione “reprimere, reprimere, reprimere” fa il verso al celebre “resistere, resistere, resistere” del magistrato Francesco Saverio Borrelli. Fosse per lui lo slogan dovrebbe essere: “giustificare, giustificare, giustificare”.
Ma al di là di quello che ciascuno pensa la cosa che può imbarazzare politicamente è che De Angelis è il compagno del ministro in carica dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, esponente di spicco di Forza Italia e del centro – destra.
Fermo restando di nuovo il diritto di un giornalista di esprimere la propria opinione -come rivendicato da Giorgia Meloni per il suo compagno Andrea Giambruno-, resta comunque un fatto singolare.