Politica
Salvini: “Non accettiamo un no, il governo passa dalle Autonomie"
Autonomia, Toti: altre Regioni vanno coinvolte 'No a patti al ribasso con 5 Stelle, anche la mia Liguria pronta'
Al via una settimana cruciale per il futuro del governo. Il rischio crisi non è ancora scongiurato. Almeno così pare dalle parole del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il dossier della discordia è quello sulle Autonomie. "Stiamo al governo solo per fare le cose importanti. Se non riusciamo, andremo da soli ma non ci fermiamo. Non accettiamo un no, il governo passa dalle Autonomie. Abbiamo aspettato anche troppo", è l'ultimatum di Salvini in vista del Cdm di giovedì 25 luglio.
E a rincarare la dose ci sono i governatori Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto): "Siamo feriti dalle parole di Conte, non firmiamo una farsa, vogliamo una vera Autonomia", scrivono al premier. Il passaggio preparatorio del CdM dovrebbe essere in un vertice martedì pomeriggio proprio a Palazzo Chigi. Il premier Giuseppe Conte, insomma, avrà da lavorare parecchio.
Anche perché l'altro vice, Luigi Di Maio, sembra più interessato ad altri dossier. Il salario minimo, per esempio, il taglio del cuneo fiscale, l'abolizione del canone Rai e del bollo auto. La riforma sulle autonomie, invece, sembra che si farà ma con calma e per bene. Nessuna fretta, insomma. Quella fretta che Salvini dimostra di avere. Se vuole davvero rompere, lo farà brandendo un tema particolarmente caro al Carroccio in vista di una corsa alle prossime elezioni politiche – si dice – in solitaria. Obiettivo 40%.
Autonomia, Toti: altre Regioni vanno coinvolte 'No a patti al ribasso con 5 Stelle, anche la mia Liguria pronta'
"Basta melina, e' ora di passare ai fatti". E' l'invito del governatore della Liguria, Giovanni Toti, al premier Giuseppe Conte, in una intervista al Corriere della Sera. Ora si convochino tutte quelle Regioni, chiede Toti, che "ciascuna in modo diverso saranno coinvolte nel processo di Autonomia differenziata", sulla quale il governo sta cercando di trovare la quadra, tra queste la Liguria. "Il rischio di un'Italia a 2, 3, 4 velocita' - spiega Toti - non e' dato dall'autonomia differenziata, che non c'e', ma dal centralismo esasperato dello Stato. Non nuovo, ma oggi rinnovato dall'atteggiamento di chiusura del M5S, che non risponde alle istanze che vengono dai territori, come e' evidente dal No Tav, dalle decisioni sull'Ilva, dall'immobilismo sulla Gronda. L'autonomia non e' la malattia ma la cura". Su quali devono essere i punti cardine, Toti spiega: "Si discute di costi storici, si chiede di poter spendere in modo autonomo e secondo i bisogni della collettivita' i risparmi che ogni Regione fa rispetto a quanto le viene concesso dal governo centrale. E avere voce in capitolo su infrastrutture, su piani energetici e ambientali e' anche un modo per responsabilizzare le singole Regioni, per far giudicare ai cittadini se si opera bene o male". "Io - aggiunge mettendo in guardia da accordi al ribasso -non voglio farmi imporre da un governo grillino scelte totalmente incoerenti a quelle per i quali gli elettori hanno votato".(ANSA). Y43-TEM 22-LUG-19 08:49 NNNN
Autonomia: Musumeci, Conte ci convochi tutti. E' tempo di patto Sud
"L'autonomia differenziata non è limitata solo al triangolo del Nord, perché gli effetti si avranno su tutte le regioni. Ho chiesto al presidente Conte di fare quel che avrebbe dovuto fare da un pezzo: convocare tutti i governatori. E' una a vicenda circondata da una sorta di mistero, questo progetto è un oggetto misterioso... Nessun pregiudizio, ma l'Italia deve essere comunità coesa e solidale e se questo regionalismo differenziato dovesse rendere più ricco chi è già ricco e più povero chi è già povero, non sarebbe un avanzamento". Lo dice il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, intervenuto a 'Centocittà', su Rai Radiouno. Il governatore insiste: "Non siamo contrari, siamo autonomisti da 73 anni: questa autonomia è stata spesso utilizzata male, ma adesso la classe dirigente è cambiata. Il problema è capire che fine fanno il fondo di solidarietà, il fondo perequativo, nonché il fondo per le infrastrutture rispetto al quale le regioni del Sud hanno subito un contrazione del 6-8%". Ragiona Musumeci: "Un Nord in crescita e un Sud arretrato condanna l'Italia all'immobilismo. Senza un Sud competitivo, il Paese non va da nessuna parte". Per il presidente siciliano "serve un piano speciale per il Sud. Lo Stato ci stia di più col fiato sul collo, ma servono, ad esempio, alcune deroghe sulle procedure per gli appalti: da quando penso all'opera a quando apro il cantiere possono passare anche 3-4 anni, tempi biblici... Si chieda all'Ue di derogare alle procedure per eliminare lacci e lacciuoli e si consenta uno sviluppo di tutto il Paese, coinvolgendo in questa fase tutte le Regioni".