Politica
Protesta taxi, così il Pd alimenta i populismi. Raggi (furba) cavalca l'onda
Scontri a Roma: il Palazzo e la folla. L'emendamento Lanzillotta provoca proteste popolari
Nulla più delle scene di questa giornata con scontri davanti alla sede del Pd segna il punto del distacco del Palazzo e dalla Politica dal popolo. Infatti, mentre il Pd è racchiuso nella sua eterna spoletta burocratica tra Direzioni e Assemblee nazionali i tassisti in piazza protestano contro la legge che la senatrice Pd Lanzillotta ha infilato “contro” i tassisti e -dicono- a favore di Uber (del resto già beneficiata di suo dal prolungato sciopero delle auto bianche).
Senza entrare nel merito della vicenda e cioè se sia giusto o no aprire ad Uber oppure conservare lo status quo -vicenda complessa e ricca di sfaccettature - resta il fatto che emerge un quadro di grande distacco delle Istituzioni repubblicane e del Pd che è il partito di maggioranza relativa dalle vicende “popolari”.
E questa distanza è anche la chiave per capire il perché del rafforzamento dei movimenti populisti mondiali; la politica di sinistra si è sempre più arroccata a difesa di un modello di globalizzazione che in un periodo di prolungata crisi economica (10 anni) non è più accettato come invece lo era nel periodo “liberista” dei primi anni del ventunesimo secolo.
Ed infatti una furba demagoga come Virginia Raggi si è gettata a pesce sulla protesta popolare cavalcandola, novella masaniella della borgata Ottavia.
E questo fatto ad di là dello scontato automatismo politico (M5S contro Pd) richiama anche le suggestioni di destra dei grillini; infatti tale battaglia, quella dei tassisti, è sempre stato feudo della destra populista che ora si vede scavalcare dai Cinque Stelle.
Ma torniamo al Pd. Renzi rischia con la scissione di precipitare in una orbita piccola, intorno al 20 - 22% che determinerebbe inevitabilmente un rassemblement generale visto che i poli diverrebbero due e non tre (ammesso che la destra ce la faccia ad unirsi) aprendo la strada di Palazzo Chigi proprio a Grillo.
La Lanzillotta dunque non trova di meglio che regalare una formidabile protesta di piazza - che in alcuni tratti caratteristici ricorda quella dei Forconi - in nome di una ideologia liberista che si sta dimostrando perdente in tutto il mondo e che ha determinato la fine del duo Obama - Clinton.
Il Pd ci mette del suo, arroccandosi nel Palazzo invece che ascoltare e dialogare con il popolo, che pure dovrebbe avere nella sua “ragione sociale”, quantomeno socialista e quindi lascia il campo libero a Grillo.
Qui - parafrasando - la deputata Roberta Lombardi- c’è un complotto per farli andare direttamente a Palazzo Chigi.
Sarà infatti difficile far capire alla opinione pubblica perché il Pd passa ormai le sue giornate a parlare di poltrone e potere mentre la piazza si infiamma.
Delle vicende interne, degli scissionisti, dei “rimanisti” non importa nulla a nessuno; importa che ci si prenda invece cura e rispetto dei cittadini.