Politica

Scuola, De Micheli: "Apra di domenica". 5s: "Inopportuno", stop dei presidi

La ministra spiega: "Non basta scaglionare gli ingressi di qualche ora. I trasporti rimarranno con la capienza al 50% fino all'estate"

Governo, De Micheli: "Studenti a scuola anche di domenica. Dalle 8 alle 20"

L'emergenza Coronavirus continua in tutta Italia. Il governo si prepara a varare il nuovo Dpcm che sarà in vigore dal prossimo 4 dicembre, quello relativo al Natale. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli, apre alla possibilità della riapertura delle scuole, ma spiega l'attuale situazione dei trasporti, uno dei nodi legato alle lezioni in presenza. "Nessuno - dice De Micheli a Repubblica - mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le Regioni hanno messo a disposizione quasi diecimila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Sono pronti a scendere in strada, alcune città hanno già codificato le corse in più da fare".

"Lo scaglionamento attuale degli ingressi e delle uscite da scuola - prosegue De Micheli a Repubblica - è al momento altamente insufficiente. Tra le 7 e le 9 di ogni mattina la metropolitana e gli autobus sono pieni, per poi viaggiare semivuoti dopo le 9,15. Dobbiamo spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20. Lo dicono le aziende di trasporto. È inutile inviare cinque bus ogni cinque minuti tra le 7 e le 7,25 se l’orario di ingresso per tutti è quello delle 8. Gli studenti si ammassano sulle ultime due corse, le 7,20 e le 7,25. Per arrivare a scuola dieci minuti prima della campanella, non mezz’ora prima. Credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato e domenica. Siamo in emergenza e bisogna far cadere ogni tabù. Ce lo chiedono diverse Regioni. Anche gli orari delle attività produttive dovranno essere cambiati, cadenzati. Il limite di capienza resterà al 50%".

Scuola, Bonafede: "Inopportuno aprirle di domenica"

“In un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica. Le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi, sarebbe davvero fuori luogo mandare gli studenti fra i banchi perfino in un giorno festivo”. Lo afferma il capodelegazione del Movimento 5 stelle, Alfonso Bonafede.

Scuola, presidi: "Irrealistico pensare a lezioni di domenica"

"Ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica. Mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione”. Così il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, interviene sulla questione della riapertura delle scuole, anche sul nodo dei trasporti: “Deve essere chiaro il presupposto, ovvero che lo scopo del trasporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza, non è pensabile asservire le persone alle necessità dei trasporti: questa sarebbe una eterogenesi dei fini”.

Quanto agli orari, "sulla possibilità di scaglionare, con gli ovvi limiti di ragionevolezza, gli orari di ingresso a scuola ci siamo già espressi più volte favorevolmente. Il discorso, in linea di massima, va circoscritto agli istituti superiori delle quattordici città metropolitane per i quali possiamo pensare di posticipare l’ingresso alle ore 9.15. La condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa. Non dobbiamo dimenticare che moltissimi studenti affrontano spostamenti che durano oltre un’ora".

Conclude Giannelli: “Credo che incrementare le facoltà autonomistiche delle singole scuole permetterebbe a ogni istituto, proprio perché ben conosce le necessità del proprio bacino di utenza, di modulare adeguatamente il servizio. Lo ripetiamo da tempo: scuole diverse, anche all’interno di una stessa area geografica, hanno diverse necessità e le scelte organizzative non devono essere calate dall’alto".