Se Matteo Renzi diventa la parodia involontariamente comica di Alberto Angela
Spuntano le prime sequenze del documentario dell'ex premier su Firenze e il risultato è più "esilarante" delle aspettative
Matteo Renzi discetta del Tondo Doni di Michelangelo e, sacrilegamente, in primo piano c'è invece lui, con l'opera del Buonarroti alle sue spalle nascosta e sfocata. Matteo Renzi tratta del Buonarroti e accenna al "caratteraccio" tipico di certi fiorentini, alludendo palesemente a se stesso.
Basta uno spezzone di pochi secondi tratto dal documentario che l'ex premier dem sta girando su Firenze per temerne con raccapriccio la cifra stilistica e il vero motivo fondante: ovvero profittare delle bellezze e dei capolavori culturali del capoluogo toscano per farsi autopromozione e rilanciare la propria immagine appannata dalle sconfitte elettorali.
A giudicare dai pochi brani del documentario trasmessi ieri in anteprima al debutto della nuova stagione di Stasera Italia condotta da Barbara Palombelli, Renzi appare inoltre del tutto impacciato nei panni di divulgatore che gli stanno palesemente stretti e, soprattutto, lascia trasparire il goffo e manifesto tentativo (forse non voluto, ma tant'è) di rifarsi ad Alberto Angela, finendo tuttavia per riprodurne un'involontaria versione comica, già stigmatizzata sul web. Per citare un solo esempio del riscontro ottenuto dall'anteprima del programma, basti prendere il post pubblicato su facebook dal giornalista Federico Mello, autore della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora in onda su Radio 1: "Ho visto su Rete4 uno spezzone in anteprima del documentario di Matteo Renzi dedicato a Firenze. Pensavo fosse una pessima idea quella dell’ex presidente del Consiglio, di voler scimmiottare Alberto Angela. A vedere quanto ha realizzato, invece, capisco che è molto peggio di quello che temevo". Come si evince, la parodia involontaria del conduttore di Ulisse è la prima immagine che salta agli occhi.
Le smorfiette, la "zeppola", la cadenza fiorentina, la gestualità marcata, inoltre, non aiutano certo l'ex segretario dem in questa nuova avventura, e se nei talk show politici egli dimostra una favella e una prontezza di spirito invidiabili e piuttosto temibili, nelle vesti di televisivo cicerone (di se stesso in primis, come abbiamo visto) non buca altrettanto il teleschermo, pur occupandolo quasi integralmente con il suo corpo a discapito delle opere che dovrebbe illustrare.
Dopo la trasmissione degli spezzoni di cui sopra, in rete sono iniziati gli sfottò, e viste le premesse e se il buongiorno si vede dal mattino per Renzi sembrerebbe prefigurarsi - come tanti avevano temuto e previsto - un autogol. Forse, venduto a un mercato estero e aiutato dai sottotitoli, il format potrebbe anche avere un suo riscontro positivo. Sempre che gli stranieri riescano ad accettare l'idea di sorbirsi un sedicente documentario su Firenze nel quale la città è di fatto fisicamente occultata dalla stazza del narratore e utilizzata da quest'ultimo all'unico scopo di parlare di sé.
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