Politica

Se Travaglio abbandona Grillo come Il Fatto fece con Di Pietro ...

Solaris

Dopo l'editoriale "Balla coi pupi" si ripeterà la storia con Di Pietro?

L’attuale vicenda della presa di distanza di Travaglio tramite il suo editoriale “Balla coi pupi” e quindi de Il Fatto Quotidiano da Grillo e dal suo Movimento è un fatto molto significativo.

E lo è perché in passato l’abbandono da parte delle testate amiche e dei giornalisti amici -e per Travaglio si supera il concetto di amicizia per entrare in quello ancor più impegnativo di militanza- ha segnato sempre l’inizio del declino, soprattutto quando si è attaccati-e nel caso di Grillo giustamente- da tutto il resto della stampa.

In passato una cosa analoga capitò ad Antonio Di Pietro ed a Italia dei Valori che furono supportati da Micromega, Il Fatto Quotidiano e da Report fino ad un certo punto per poi essere criticamente abbandonati e da allora iniziò la disfatta.

Ne ho parlato qui: http://www.affaritaliani.it/politica/travaglio-critica-grillo-aveva-fatto-lo-stesso-con-di-pietro-500262.html

Infatti, non ci si può dimenticare che l’attacco principale a Di Pietro e per certi versi devastante per i motivi prima anticipati, venne proprio nel novembre del 2012 da una testata “amica” e da una giornalista amica e cioè Milena Gabanelli, che fino ad allora aveva supportato Di Pietro e il suo movimento con la sua trasmissione Report.

Cfr.: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/28/report-inchiesta-sui-soldi-e-rimborsi-dellitalia-dei-valori/396488/

La Gabanelli (l’inchiesta fu condotta da Sabrina Giannini), snocciolò tutta una serie di dati sulle proprietà immobiliari dell’ex magistrato di Mani Pulite che lo misero in grande difficoltà.

Il tutto fu condito da una clamorosa sottovalutazione all’intervista da parte dell’allora responsabile della comunicazione Idv lasciando che Di Pietro si presentasse impreparato al confronto televisivo, per di più registrato e non in diretta, fatto questo che permetteva ben altra difesa.

In realtà, l’attacco della Gabanelli a Di Pietro era e resta un mistero. Alcuni dissero che il mandante politico era stato il Pd, ma prove non ce ne furono e la stessa Gabanelli non ebbe poi vantaggi da quel partito.

Ma per capire bene il meccanismo del doppio colpo che stese Di Pietro occorre risalire a tre anni prima, novembre 2009, quando Micromega e Il Fatto Quotidiano diedero ampio spazio a minoranze interne al partito che in nome della trasparenza e della buona politica contestavano lla gestione di IdV.

Micromega di Paolo Flores d’Arcais era stato fino ad allora un buon amico dell’ex magistrato e così Il Fatto.

Eppure, nel novembre 2009 a Bologna fu fondata la Base Idv e chi scrive ricorda bene quanto accadde perché ne fu il portavoce al successivo Congresso del febbraio 2010, all’Hotel Mariott, a Roma raccogliendo ben 2.500 “iscritti”.

La contestazione interna trovò ampio sfogo proprio su Micromega e su Il Fatto Quotidiano anche se Travaglio non assunse mai il ruolo di inquisitore e c’è da chiedersi allora se non si fosse trattata di un’azione di qualche altro giornalista come Peter Gomez che scriveva su entrambe le testate.

Ora, dopo l’editoriale al calor bianco di Travaglio contro il Movimento di Grillo ci si domanda se la china sarà la stessa visto che anche con la Gabanelli ci furono screzi qualche anno fa quando lei rifiutò l’incoronazione popolare del popolo grillino alla corsa per la presidenza della Repubblica.

Ma cosa accadrà se Travaglio e la stampa amica cominciano a cannoneggiare i Cinque Stelle?

La domanda non è retorica o di pura accademia perché le cose stanno accadendo già e Grillo e completamente isolato ed avversato da una stampa giustamente ostile. Basti pensare alla dichiarazione shock del comico genovese quando qualche giorno fa ha detto che vorrebbe divorare i giornalisti per il solo gusto di vomitarli.

Se Grillo - Custer perde anche Travaglio ultimo dei soldati che lo difendono, dopo aver perso d’Arcais e Micromega (http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-movimento-5-stelle-non-e-piu-votabile/)  il cammino dei Cinque Stelle sarà più che mai in salita -e poiché i media formano la pubblica opinione- potrebbero perdere le prossime elezioni politiche.