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Politica
Senato, La Russa: "Premierato? Così chi governa sarà scelto solo dal popolo"
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Senato Ignazio La Russa

La Russa sul premierato: "Ecco quali poteri perderà il presidente della Repubblica"

Ignazio La Russa affronta il tema molto caro al suo partito di appartenenza: il premierato. Una misura definita dalla leader di FdI: "La madre di tutte le riforme". Il presidente del Senato entra nel dettaglio e spiega cosa lo convince e cosa invece meno di questo provvedimento. "L’obiettivo che il centrodestra si pone - dice La Russa a La Stampa - è quello di evitare l’instabilità governativa, perché serve una durata dei governi più lunga, di legislatura; l’altro obiettivo è il rispetto della volontà popolare che spesso è mancato in questi anni. Solo 5 articoli, niente di più. Se il premierato toglie poteri al presidente della Repubblica? No, vengono ridotte solo quelle funzioni che, per prassi e non per la Costituzione, il Capo dello Stato ha dovuto meritoriamente svolgere in questi anni, quando mancavano le maggioranze parlamentari".

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"Di fatto - prosegue La Russa a La Stampa - quando c’è stata una situazione con maggioranze chiare, il Capo dello Stato non ha mai dovuto sopperire all’inadeguatezza delle forze politiche per tenere in piedi una legislatura. Quando negli ultimi tempi, invece, questo non c’è stato, è toccato giustamente al Capo dello Stato a trovare soluzioni per superare lo stallo". La Russa apprezza però che con il premierato non esisteranno più maggioranze incerte: "Sarà il popolo che decide il premier. E qualora mancasse una maggioranza si tornerebbe a votare. Nessuna riduzione di potere del Presidente, dunque, nemmeno di quelli acquisiti per prassi".

Mentre sulla nomina da parte del Quirinale dei senatori a vita, dice che si tratta dell’unico vero limite rispetto ai poteri odierni del presidente della Repubblica: "Ma la necessità nasce dalla riduzione dei parlamentari. Più piccolo è il Parlamento, più pesano i senatori a vita. Avevo fatto una proposta di legge nella scorsa legislatura in cui prevedevo che non avrebbero dovuto avere diritto di voto nelle mozioni di fiducia o di sfiducia al governo. Se ci fosse quindi un emendamento che anziché abolirli li riducesse a 2, massimo 3, ma senza il potere di votare fiducia o sfiducia al governo, non mi sentirei di condannarlo. Anche per coerenza con me stesso".

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