Politica
"Spano pederasta", spunta la chat anti-Giuli in FdI: nel mirino il suo nuovo capo di gabinetto
La rivolta nel partito di Meloni per la nomina del dirigente sotto accusa per il "finanziamento di festini Lgbtq"
FdI, la rivolta interna contro il ministro Giuli. Le chat contro Spano diventano pubbliche
Il neo ministro della Cultura Alessandro Giuli è finito nel mirino del suo stesso partito, volano gli stracci nelle chat di FdI per la scelta di nominare Francesco Spano al posto di Francesco Gilioli, quest'ultimo allontanato dalla carica di capo gabinetto per "fatti gravissimi" che si riferiscono al caso Sangiuliano-Boccia. La scelta di Spano non è piaciuta a diversi esponenti di FdI. Perché Spano è finito nel mirino di Giorgia Meloni e della destra per alcuni finanziamenti concessi da capo dell’Unar (Ufficio governativo discriminazioni razziali) a un’associazione Lgbtq dedita al sesso a pagamento. Spano poi è stato assolto da tutte le accuse ma le polemiche non si sono placate. Sabato mattina - riporta Il Fatto Quotidiano - nella chat ufficiale di FdI, quella che riunisce 200 persone, compresa la sorella della premier Arianna Meloni, va in scena lo scontro.
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Il coordinatore del IX Municipio Fabrizio Busnengo - stando a quanto risulta a Il Fatto - scrive: "Buongiorno, voglio segnalare il grosso malumore nel nostro partito per la nomina del pederasta Spano da parte del ministro Giuli". E ancora: "Spano ha posizioni ignobili sui temi Lgbtq". Un attacco omofobo a cui risponde dopo poco il coordinatore romano di Fratelli d’Italia, Marco Perissa, vicino alle sorelle Meloni. "Ve lo dico chiaro e tondo – scrive Perissa – non sono disponibile ad accettare che questa chat venga utilizzata per dare sfogo agli umori di chicchessia arrivando a tacciare di pedofilia il primo bersaglio che si decide di avere". Perissa poi - riporta Il Fatto - rimuove Busnengo dalla chat, che si dimette da coordinatore del IX Municipio poche ore dopo. Una decisione che ha creato qualche malumore nel partito romano, perché quello di Busnengo viene considerato un messaggio largamente condiviso e soprattutto perché quest'ultimo è un dirigente romano storico del partito considerato in grande ascesa.