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Almasri, Speranza attacca Meloni: "8 avvisi di garanzia per il Covid ma non sono fuggito"

L'ex ministro della Salute alla premier sul caso Almasri: venga in Aula a riferire

di redazione politica

Speranza contro Meloni su Almasri: "Basta fuggire, venga in Parlamento"

Il caso Almasri e i conseguenti avvisi di garanzia alla premier Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano, stanno bloccando il Parlamento. I lavori di Camera e Senato sono stati sospesi e si chiede a gran voce alla presidente del Consiglio di andare in Aula a riferire e raccontare tutto sulla vicenda che ha coinvolto il torturatore libico, arrestato e poi scarcerato e rimpatriato con un volo di Stato a Tripoli. Anche l'ex ministro della Salute Roberto Speranza si aggiunge al coro di proteste contro la premier e la invita a riferire in Parlamento.

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"La letterina mostrata da Giorgia - attacca Speranza su Il Fatto Quotidiano - io credo di averla ricevuta sette-otto volte durante il Covid. Abbiamo reagito in modo molto diverso: quando un ministro o un premier sono chiamati in Parlamento, devono andare sempre e comunque. Non fuggire. Dal primo provvedimento sui rave party all'ultimo messaggio social sull'indagine, il governo sembra voler distrarre il pubblico e i problemi reali sono derubricati. Come opposizione non dobbiamo cadere nella trappola: Meloni deve venire in aula, ma noi dobbiamo partire dai problemi reali del paese". Speranza ha spiegato anche a che punto sono i suoi di procedimenti giudiziari per le varie vicende legate al periodo del Covid, quando era ministro della Salute, prima con Conte e poi con Draghi: "Le inchieste che mi riguardano sono state tutte archiviate con formula piena".

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