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Strage Bologna, De Angelis chiede scusa. Rocca: "Meloni non è felice"

di redazione politica

Il capo della comunicazione della Regione Lazio e la presunta innocenza dei neofascisti. Imbarazzo a Palazzo Chigi

Strage Bologna, Rocca: "Meloni non è felice, oggi vedo De Angelis"

“Giorgia Meloni ovviamente non è felice per quanto accaduto e mi ha chiesto di approfondire e di chiarire con De Angelis. Per questo lo vedrò oggi stesso e sentirò le sue ragioni”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a margine dell’inaugurazione del nuovo reparto di Emodinamica e della nuova terapia intensiva cardiologica dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, riferendosi al caso di Marcello De Angelis. “Con la premier abbiamo avuto modo di sentirci ma velocemente”, ha aggiunto.

Strage Bologna, Meloni in difficoltà sul caso De Angelis. Gli scenari possibili e i silenzi assordanti

Il caso Marcello De Angelis è sul tavolo della premier Meloni, le frasi del capo della comunicazione della Regione Lazio sui reali mandanti ed esecutori della strage di Bologna hanno provocato imbarazzo e disagio nella maggioranza di governo, la destra sulla vicenda si è divisa. Per l'attentato alla stazione che il 2 agosto del 1980 provocò 85 morti e 200 feriti - si legge sul Corriere della Sera - sono stati condannati in via definitiva Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, eppure per il giornalista e politico, scelto dal governatore di destra Rocca, i tre terroristi neri "non c’entrano nulla con la strage". De Angelis, che ha un passato da estremista nero ed è il cognato di Ciavardini, lo ha rilanciato e rivendicato con forza e ha accusato le "massime autorità dello Stato" di aver mentito.

Un doppio attacco, al Quirinale e a Palazzo Madama. Celebrando a Bologna il 43° anniversario della strage, Sergio Mattarella aveva ricordato la "matrice neofascista" e Ignazio La Russa non si era distaccato dal verbo del presidente della Repubblica. Ma il siluro di De Angelis, che ha provocato rabbia e sdegno e ha innescato da sinistra il coro "dimissioni!", è anche una sfida alla premier.

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