Politica
Tasse, taglio dell'Irpef dal 35 al 33% fino a 50 mila euro lordi l'anno subito dopo l'estate. Anteprima
Ottimismo (cauto) a Palazzo Chigi e al Mef. Le ipotesi in campo

Un biglietto da visita per il Centrodestra politico da giocarsi nella campagna elettorale per le elezioni regionali
Sono fiduciosi a Palazzo Chigi e al Mef, e soprattutto tra le fila di Forza Italia e Fratelli d'Italia, sulla dichiarazione Iva annuale per il 2025. L’ultimo giorno utile è domani, mercoledì 30 aprile. I modelli, ordinario e base, approvati con provvedimento dello scorso 15 gennaio, sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle entrate insieme alle istruzioni e ai software di compilazione e controllo e alle specifiche tecniche.
Chi dovesse saltare la scadenza del 30 aprile ha ancora una chance per attenuare gli effetti della svista. La presentazione effettuata entro novanta giorni dal termine, infatti, è considerata valida con l'applicazione delle sanzioni previste, attenuabili facendo ricorso all’istituto del ravvedimento operoso. Trascorsi i novanta giorni invece la dichiarazione è considerata omessa.
Il governo spera di incassare - anche se è difficile trovare conferme ufficiali - una consistente cifra con un piccolo tesoretto di 1,5 o anche 2 miliardi di euro in più rispetto alle aspettative. Fondi e risorse che andrebbero a sommarsi a quelle (circa 1,7 miliardi di euro) del concordato fiscale preventivo.
Ovviamente la prudenza da parte della premier Giorgia Meloni e del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è d'obbligo vista la situazione internazionale, ma dopo la sorta di G7 mondiale che si è svolto a San Pietro per le esequie di Papa Francesco sabato scorso si respira un cauto ottimismo.
Se davvero si arrivasse a un accordo per la tregua e poi la pace in Ucraina, nonostante le reticenze di Vladimir Putin, e a un'intesa sui dazi tra Usa e Ue - promossa da Meloni sempre ben consigliata dalla sorella Arianna - (il vero 'nemico' commerciale di Donald Trump è la Cina e non l'Unione europea) a quel punto l'esecutivo - come aveva anticipato mesi fa il vice-ministro dell'Economia Maurizio Leo, potrebbe procedere alla riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi fino a 50 mila euro già in estate.
Una misura che entrerebbe in vigore probabilmente a settembre senza così dover attendere la Legge di Bilancio per il prossimo anno. Come noto Forza Italia spinge per aiutare il ceto medio fino a 60 mila euro lordi l'anno di reddito, ma la cautela quasi certamente imporrà di procedere per step.
Una prima tranche di riduzione a fine estate fino a 50 mila euro con la speranza che ci siano le risorse per arrivare fino a 60 mila euro dal primo gennaio 2026 con la manovra economica. Manovra che potrebbe contenere, dipenderà dallo scenario geopolitico internazionale e dall'andamento del Pil (non solo italiano ma ad esempio anche tedesco vista forte interconnessione economica Italia-Germania), anche un incremento delle pensioni minime e di accompagnamento per le persone con disabilità, non di pochi euro come quest'anno, e anche, forse, una nuova rottamazione in dieci anni di 120 rate, cavallo di battaglia della Lega.
Un biglietto da visita per il Centrodestra politico da giocarsi nella campagna elettorale per le elezioni regionali. Piano piano, step by step, ma un cauto ottimismo si respira a Palazzo Chigi e al Mef.
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