Politica

Trivelle: vittoria verde dei Cinque Stelle

Giuseppe Vatinno

Sergio Costa, Ministro dell'Ambiente, ottiene la moratoria di 18 mesi

Qualche giorno fa si è andati vicino alla prima vera crisi di governo su un argomento non molto conosciuto al grande pubblico: le concessioni per le autorizzazioni sulle trivelle. Ne avevo parlato qui:

http://www.affaritaliani.it/politica/trivelle-le-autorizzazioni-le-ha-date-galletti-non-costa-581205.html

Senza ripercorrere una vicenda lunga e complessa che ha le sue origini nel passato governo e nelle smanie trivellatrici del duo Renzi - Galletti, ora la Lega ha preso il testimone trivellatorio, mentre il Ministro dell’Ambiente Costa e il Movimento Cinque Stelle le vuole giustamente fermare o quantomeno limitare.

Ma non perché, come dice Salvini, sono dei “no tutto” ma perché propongono un giusto modello alternativo di sviluppo che ha nelle energie rinnovabili (e nell’efficienza energetica) il suo paradigma agli sporchi ed inquinanti idrocarburi, petrolio e carbone in primis.

Non si tratta di dire no a tutto, ma di dire “no” ad un modello ormai completamente superato che va sostituito da qualcosa di completamente pulito ed ecocompatibile.

L’Italia, per la sua particolare posizione geografica, è seduta letteralmente su un mare di solare, che la rende ricca di fotovoltaico e termico.

Certo, che questa posizione non piace a certi “signori degli idrocarburi” che vogliono trarre profitto fino all’ultima goccia di petrolio, ma l’ambiente è, insieme al turismo a cui è legato, una delle risorse principali dell’Italia e non lo si può violare per il solo profitto affaristico.

Come ha detto il premier Conte la Politica con la “P” maiuscola deve riprendere il suo dominio sull’economia quella con la “e” minuscola.

Bene ha fatto quindi il Ministro Sergio Costa ad impuntarsi (“non firmo”) e ad ottenere una moratoria di diciotto mesi e canoni concessori più alti.

Certo sarebbe stato meglio smettere ora definitivamente con i buchi, ma ovviamente tutto non si può avere e bisogna anche tenere conto dell’alleato di governo.

Ma questa decisione segna una prima discontinuità soprattutto nei confronti di quanto fece l’ex ministro Gian Luca Galletti, e soprattutto da Matteo Renzi che vinse i referendum per bucherellare l’Italia in nome del profitto, con buona pace dei cosiddetti ambientalisti del Pd a partire da Ermete Realacci che allora era anche Presidente della Commissione Ambiente alla Camera.

Ne scrissi in tempi non sospetti qui:

http://www.affaritaliani.it/blog/palazzo-meraviglie/il-ministro-galletti-le-trivelle-413775.html

Il Ministro Costa, generale dei Carabinieri, sta dimostrando come la sua fama di portatore di “ecolegalità”, come dimostra la sua lotta nella Terra dei fuochi alle ecomafie, fosse ben meritata e come Luigi Di Maio abbia fatto una scelta pienamente azzeccata a nominarlo Ministro dell’Ambiente, dopo i ministri targati Pd Andrea Orlando e Gian Luca Galletti, che di ambientale avevano solo la targhetta alla porta del Ministero.