Politica
Ue, in salita la strada del Cdx. La strategia di Meloni, lite Salvini-Tajani
Di Alberto Maggi
Decisive le prossime elezioni in Polonia. Analisi
Intanto le elezioni spagnole hanno ampliato le fratture nel centrodestra, con uno scambio di accuse incrociato tra il Partido Popular e Vox, e quelle polacche di metà ottobre rischiano di farlo ancora di più. Lí si sfidano in un duello senza esclusione di colpi i conservatori del PiS, migliori alleati europei della Meloni, con i popolari capeggiati da Tusk. Una contesa non solo polacca, se è vero che proprio Weber è più volte intervenuto a gamba tesa nella campagna elettorale tanto da spingere il premier Morawiecki a sfidarlo pubblicamente ad un confronto tv.
Giorgia Meloni si tiene a distanza dalla contesa, nella sua recente visita a Varsavia ha ribadito il legame con Morawiecki, non sembra affatto intenzionata a muovere verso il centro quanto più a fungere da ponte tra i popolari e le destre. Del resto, ragionano i suoi scudieri a Bruxelles, “in Spagna stanno volando stracci tra Popolari e Socialisti, eppure nessuno a Bruxelles si scandalizzerebbe se tra un anno si ritrovassero insieme in una nuova ‘maggioranza Ursula’”.
Già, Ursula… perché proprio intorno alla possibile riconferma di Von der Leyen alla presidenza della Commissione si gioca la partita delle partite. Ad oggi nessuno dei leader si sbilancia, Meloni compresa. Ciò che è chiaro a Palazzo Chigi è la volontà dichiarata della premier italiana di sedersi da protagonista al tavolo post-europee, da un lato mettendo a frutto le relazioni costruite in questi mesi e dall’altro sperando di far valere i dati in crescita della sua famiglia europea, spinta dalla probabile crescita di FdI. Riuscirà Meloni a tenere la barra a dritta nonostante le acque agitate nella coalizione di governo?