Università, più risorse agli atenei più piccoli e meno raggiungibili
Gaetano Manfredi (Crui): "Siamo soddifatti, ma i finanziamenti devono aumentare"
Università, più risorse agli atenei più piccoli e meno raggiungibili
Per le università più difficili da raggiungere con i mezzi di trasporto pubblico e per quelle con maggior numero di iscritti in condizioni economiche disagiate più aiuti e più risorse: è questo che prevede il nuovo decreto del ministro Marco Bussetti. Cambiano, quindi, i criteri per l’assegnazione di una quota, nello specifico il 22%, dei finanziamenti ordinari (Ffo) per gli atenei. Il nuovo decreto, uscito ieri, spiegano i vertici del Miur, vuole cercare di “superare il meccanismo basato sulla spesa storica delle università”.
Il nuovo provvedimento introduce due nuovi importi, tenendo conto del reddito medio familiare della Regione dove ha sede l’Università, della capacità contributiva effettiva degli iscritti e dell’accessibilità dell’ateneo. Il Miur spiega che “Si va così incontro alle realtà in cui gli studenti partono da condizioni più svantaggiate e si tiene conto della rete dei trasporti e dei collegamenti in modo da compensare le università che logisticamente sono più difficili da raggiungere”.
Per il triennio 2018-2020 il costo standard rappresenta il modello per ripartire rispettivamente il 22%, il 24% e il 26% (tra 1,4 e 1,7 miliardi di euro) del Fondo di finanziamento ordinario delle università, che vale oltre 7 miliardi, in base a parametri dimensionali oggettivi che tengono anche conto degli specifici contesti.
Gaetano Manfredi (Crui): "Siamo soddifatti, ma i finanziamenti devono aumentare"
Il decreto del ministro dell’Istruzione è ovviamente nelle corde della Conferenza dei rettori (Crui), ma Gaetano Manfredi, presidente della Crui osserva come non si sia ancora sistemato “Il problema dei finanziamenti complessivi alle università che sono rimasti sostanzialmente invariati dallo scorso anno. Per poter dare una formazione di qualità occorrono investimenti. Abbiamo la metà delle risorse della Francia, investiamo un terzo rispetto alla Germania”. Il presidente della Crui, Manfredi, ha continuato: “Siamo soddisfatti dei nuovi criteri, la Conferenza è stata ascoltata su questo perché il sistema deve rimanere unitario, deve tenere conto delle esigenze di tutti tanto più in un Paese come il nostro che ha evidenti divari tra atenei piccoli e grandi, tra università in zone più ricche e altre in aree più deboli economicamente”
Sulla distribuzione dei fondi ordinari sono critici gli studenti, che continuano a ribadire come il fondo sia "inadeguato a soddisfare le esigenze del sistema universitario, ancora gravemente lontano dal ricevere un finanziamento idoneo a sostenerlo".