Vendola, anti-modernismo bipartisan
di Pietro Mancini
Intervenendo, ieri, sul "Corriere della Sera", sull'utero in affitto, Beppe Grillo si è detto molto spaventato dall'idea delle vite umane "low cost" e senza dignità. E ha lamentato che la parola amore venga utilizzata in modo talmente pressappochista da provocare un dolore intenso. In singolare sintonia con la riflessione del leader del M5S, un suo duro avversario politico, Giulianone Ferrara, sul "Foglio", ha osservato - in un commento intitolato: "Dove porta la fabbrica dei bambini"- che "l'amore disincarnato è una minaccia alla legittimità dell'umano".
E l'ex ministro del governo Berlusconi ha aggiunto, con forte preoccupazione: "La generazione artificiale di esseri umani e la fine della differenza parentale sono il più radicale sradicamento immaginabile della trascendenza, della storia e dei codici dell'umano, come li abbiamo conosciuti per millenni". E non può non far riflettere-oltre alle riserve sulla maternità surrogata, espresse da Laura Boldrini, di Sel, nominata Presidente della Camera, su indicazione proprio di Nichi Vendola- che un settimanale cattolico, "Famiglia cristiana", abbia voluto richiamare la sinistra alla tutela e alla protezione dei diritti dei più deboli, cioè i bambini. Che, nel caso del Governatore della Puglia e del suo compagno, sarebbero stati sopraffatti "dal desiderio di una facoltosa coppia gay, che ha ritenuto di potersi permettere quel che desiderava.
E sono state violate la legge sulle unioni civili, approvata dal Senato (che non contempla la stepchild adoption proprio per evitare casi simili) e un’altra, vigente, che proibisce la maternità surrogata. Per non parlare del diritto costituzionale di un bimbo ad avere un padre e una madre". Molte donne, laiche e progressiste, condividono l'opinione espressa dall'attrice Francesca Neri :"La maternità surrogata non è un atto di libertà e di amore. E non vogliamo che le donne tornino ad essere considerate oggetti a disposizione !", come durante il fascismo e ancora oggi in Stati guidati da dittature.
Forse, tutti avremmo dovuto ascoltare, con maggiore attenzione, il monito, rivolto dall'ex ministro andreottiano, don Paolo Cirino Pomicino, che sul "Corriere della Sera", il 3 febbraio, aveva invitato il Parlamento e il Paese a non confondere la modernità con il modernismo. E, soprattutto, "a non mettere tutto in un unico calderone, snaturando il patrimonio morale, storico e culturale delle parole e dell'intero linguaggio dell'umanità".