Politica
Virus, L’Oms: nemico pubblico numero 1. Vaccino in 18 mesi, vittime oltre 1000
Allerta massima al porto di Genova, ma dalla Cina non partono più container
Coronavirus, Oms: primo vaccino forse pronto in 18 mesi
Potrebbe essere pronto in 18 mesi il primo vaccino contro il nuovo coronavirus della polmonite. Lo ha detto da Ginevra Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms, l'organizzazione Onu che oggi ha anche dato il nome, Covid-19, al nuovo coronavirus. L'Organizzazione mondiale della Sanità inoltre, ha chiamato il nuovo coronavirus Covid19. "Abbiamo dovuto trovare un nome che non si riferisse a una zona geografica, a un animale a un individuo o a un gruppo di persone e che fosse anche pronunciabile e riferito alla malattia", ha spiegato il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, in conferenza stampa a Ginevra. "Avere un nome significa evitare altri nomi che possano essere inaccurato o stigmatizzanti", ha proseguito Ghebreyesus, "e ci dà anche un format standard da usare per ogni futura epidemia di coronavirus".
Coronavirus, migliora coppia cinesi: bene italiano
Mentre l'epidemia di coronavirus continua a spaventare il mondo, arrivano buone notizie dall'ospedale Spallanzani, centro di riferimento italiano. In particolare, dopo l'aggravamento di qualche giorno fa che aveva indotto i medici a dichiarare la prognosi riservata, si registrano i primi miglioramento per i coniugi cinesi ricoverati ormai da due settimane, primi casi in Italia di infezione: "In maniera particolare - si legge nel bollettino medico di oggi - il paziente maschio presenta una riduzione del supporto respiratorio, con partecipazione attiva alla respirazione. La prognosi resta riservata". Mentre sta bene, senza febbre e "in buone condizioni generali" il giovane portato da Wuhan con 55 connazionali alla Cecchignola, e da lì trasferito allo Spallanzani dopo la accertata positività.
In totale, nell'ospedale romano sono stati valutati, ad oggi, 58 pazienti sottoposti al test per la ricerca del nuovo coronavirus. Di questi, 46, risultati negativi al test, sono stati dimessi. Tredici pazienti sono tutt'ora ricoverati: 3 sono casi confermati (la coppia cinese attualmente in terapia intensiva ed il giovane proveniente dal sito della Cecchignola), 9 sono pazienti sottoposti a test per la ricerca del nuovo coronavirus in attesa di risultato. Un solo paziente rimane comunque ricoverato per altri motivi clinici". Sul fronte controlli, intanto, il ministro della Salute Roberto Speranza ha risposto in Commissione Schengen ai dubbi di chi chiedeva maggiori misure: "Allo stato non ci sono elementi tali da poter giustificare una limitazione della liberta' di circolazione delle persone all'interno dell'area Schengen", ha sottolineato, aggiungendo che "è l'autorita' scientifica a indicare il rischio sanitario, non altri".
Tornando però a invocare un'Europa più coesa rispetto alla minaccia del virus: "Giovedi' si terra' una riunione straordinaria dei ministri della Salute europei, su mia richiesta. Io diro' quello che sostengo da giorni: serve un coordinamento piu' forte tra i Paesi Ue. Di fronte a un rischio globale l'Europa e' chiamata a lavorare insieme". mentre proseguono senza sosta i controlli in tutti gli aeroporti italiani: oltre 800 medici e volontari di protezione civile sono sul campo, e nella sola giornata di ieri, riferisce la Protezione Civile, sono stati sottoposti al rilevamento della temperatura corporea 134.737 passeggeri garantendo la sorveglianza sanitaria su un totale di 1.190 voli in arrivo. Dall'inizio delle attivita', il 5 febbraio, sono stati monitorati 5412 voli e 639.360 passeggeri. Risultati tutti non a rischio. Ma non sono solo gli aeroporti sotto esame: "E' stata attivata ed e' in fase di progressiva implementazione - ha sottolineato lo stesso Speranza in Commissione - una procedura di controllo presso tutti i porti italiani, e' stato previsto l'obbligo di richiesta da parte di tutte le navi della libera pratica sanitaria.
Secondo tale procedura, una nave, prima di entrare in porto, comunica la situazione sanitaria di bordo e richiede una specifica autorizzazione allo sbarco dei passeggeri". Infine, la task force del ministero della Salute ha preso in esame i dubbi emersi nelle ultime ore, in particolare quello che vorrebbe il coronavirus sopravvivere 9 giorni sulle superfici e l'ipotesi che l'incubazione duri fino a 24 giorni. Sul primo studio è stato chiarito che "lo studio tedesco sulla permanenza del microrganismo sulle superfici - ha spiegato il ministero al termine dell'incontro - non e' riferito al nuovo coronavirus 2019-nCoV, ma e' stato realizzato testando altri virus". Sui tempi di incubazione invece "sono state prese in considerazione le recenti evidenze fornite dallo European Centre for Disease Prevention and Control sui tempi di incubazione che delimitano il periodo tra 2 e 12 giorni, lasciando i 14 giorni come limite massimo di precauzione".
Corovanirus, Di Maio: "Subito 300 milioni per sostenere export"
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato per i prossimi giorni «un tavolo straordinario in cui coinvolgere gli esponenti di governo interessati» per studiare un piano straordinario di interventi e di investimenti a sostegno delle imprese alla luce dell'emergenza coronavirus. “Per il 2020 abbiamo messo a disposizione circa 300 milioni che attraverso l’Agenzia Ice potranno andare a finanziarie il sostegno del made in Italy”, ha annunciato Di Maio in un'intervista al Sole 24 Ore.
Il “generale rallentamento dell’economia cinese” potrà “creare rallentamenti all’economia mondiale, non solo a quella italiana”, ha osservato il titolare della Farnesina, “vista l’incertezza mondiale è il momento di puntare su mercati già maturi”. Le nostre esportazioni di merci e servizi rappresentano infatti, per il ministro, “una priorità strategica nella politica economica estera del governo italiano dal momento che costituiscono la componente più dinamica della ricchezza nazionale” perché “il 32% del Pil deriva infatti dall’export”. “È chiaro che le nostre imprese dovranno superare molte difficoltà e vincere sfide in complessi scenari anche alla luce dell’emergenza coronavirus”, ha aggiunto. Secondo Di Maio, pertanto, “bisogna saper prevedere e intensificare il nostro impegno verso i principali mercati dell’Unione Europea (Germania, Francia, Regno Unito e Spagna),
Coronavirus, Borrelli: "Pronti a controlli nelle stazioni"
Il capo della Protezione civile e commissario per l'emergenza coronavirus, Angelo Borrelli, non esclude la possibilità di estendere i controlli sanitari negli aeroporti anche alle stazioni ferroviarie. "Se ci sarà bisogno, siamo pronti", ha assicurato in un'intervista al Corriere della Sera. "In Italia abbiamo monitorato 511 mila persone in tre giorni e abbiamo trovato soltanto otto persone con la febbre, quindi siamo rassicurati", ha spiegato, "ma certo nel resto del mondo i casi aumentano e noi dobbiamo essere preparati". Borrelli ha difeso anche lo stop ai voli diretti con la Cina: "La nostra priorità è la salute dei cittadini e in questo modo la tuteliamo. Altri hanno fatto scelte diverse ma questo non ci condiziona, la guardia deve rimanere alta". "Io coordino gli aspetti tecnici, le scelte politiche competono ai ministri e al presidente del Consiglio. Posso assicurare che la nostra amicizia con la Cina rimane fortissima, ma si deve pensare alla sicurezza. E in ogni caso è la Farnesina a gestire i rapporti con Pechino". Intanto gli scanner per la misurazione della febbre sono stati predisposti anche nelle aree transiti degli aeroporti. "Chi staziona nelle aree intermedie sarà controllato. È anche questa una misura per fare stare tranquilli i cittadini", ha spiegato il capo della Protezione civile.
Allerta massima al porto di Genova, ma dalla Cina non partono più container
Anche le vie portuali sono sotto stretta sorveglianza delle autorità italiane. A Genova i controlli sono effettutati dalla sanità marittima come riferisce La Stampa, e in caso di emergenza arriva la task force da Roma. I controlli risultano essere così più severi ma, nonostante ciò, le navi cargo non partono dalla Cina non tanto perchè si teme il contagio a bordo, ma perchè non ci sono container da spedire. Manca la merce da imbarcare portando a perdere in queste prime settimane il 5% dei volumi.