Politica
Riforma Csm, nessuna rivoluzione copernicana, ma...
Una panacea per un sistema-Giustizia malandato
E l’Avvocatura, come è stato sottolineato, non è certo un ospite nella casa della Giustizia.
Lo stesso “fascicolo” ( che di fatto già esiste) rappresenta per noi uno stimolo a valutazioni sempre più fondate sulla professionalità, il rigore, le capacità organizzative, le performances.
Noi stessi, in riunioni preparatorie, abbiamo detto: “Guai al rischio di concepire il fascicolo come uno strumento di schedatura”, che rischierebbe - se fosse così, ma non è così- di burocratizzare i magistrati, di limitare l’esercizio dell’azione penale. Ma anche in questo caso, al di là delle polemiche, l’interpretazione che ne diamo è quella di stimolare sempre più il merito, le capacità, la responsabilità, l’interpretazione più efficace delle norme di legge.
Nessuna volontà punitiva, dunque, ma stimolo e contributo a svolgere sempre più anche questo ruolo fondamentale con onore e disciplina, capacità e dedizione, trasparenza e assoluto senso dello Stato.
Ma andiamo avanti.
Ci sono novità importanti per regolamentare meglio il rapporto tra Magistratura e impegno nella Politica e le Istituzioni.
Qui si è fatto giustamente prevalere il principio della imparzialità ( effettiva e percepita ) del magistrato, imparzialità che può venire messa in discussione da scelte elettorali politico-partitiche.
Si sono trovate soluzioni equilibrate, che distinguono i magistrati che si candidano nei diversi livelli istituzionali, che assumono ruoli politico-istituzionale.
Ma anche qui, senza far passare demonizzazioni inaccettabili ( del resto c’è anche stato chi ha fatto notare come in questo attuale Parlamento i magistrati eletti siano appena tre, a fronte, per esempio, di oltre centoquaranta avvocati, naturalmente candidati ed eletti con piena e assoluta legittimità e che danno un contributo importante ai lavori parlamentari).
Nessuna demonizzazione, dicevamo, distinguendo anche chi sceglie liberamente di esercitare ruoli e funzioni politiche da chi invece, fuori ruolo, svolge e svolgerà funzioni e compiti apicali e dirigenti - per un tempo limitato - nei Gabinetti, negli Uffici Amministrativi.
Del resto sono questi incarichi al servizio dello Stato e quindi della collettività e sarebbe stato sbagliato e non accettabile lasciar passare visioni anche involontariamente criminalizzanti nei confronti di questi magistrati. Altra cosa invece è, giustamente, sostenere come vada incentivata e rafforzata la presenza di tutte le culture della giurisdizione, e accademiche, nelle strutture di supporto ministeriali e dello Stato
Ma non c’è dubbio come i limiti contenuti alle cosiddette “porte girevoli” siano tra le innovazioni da citare.
E ancora, c’è da rilevare la novità del sistema elettorale che, pur riprendendo la formula del sorteggio dei collegi (già sperimentata oltre vent’anni fa) prova a individuare e sperimentare un sistema misto, tenendo più articolata la rappresentanza, aumentando il numero dei membri del CSM.
Ciò potrebbe contribuire a combattere non tanto le correnti come tali, quanto correnti che degenerano nel correntismo e nel carrierismo.
Qui vorrei esprimere anche una soddisfazione particolare per gli elementi normativi e regolamentari introdotti con lo scopo di garantire la parità di genere.
È pure questa una innovazione di grande valore, che potrá portare ad un CSM più ricco, più articolato, più rappresentativo dal punto di vista dei generi, con evidente salto di qualità e dì contemporaneità.
Non vanno sottovalutate, tra le novità, anche quelle che riguardano il funzionamento interno del Consiglio. Si è già detto per esempio dell’aumento del numero, che consentirà tra l’altro, di evitare la contemporanea presenza di consiglieri nella commissione che si occupa delle questioni disciplinari e in quella che si occupa degli incarichi direttivi e delle valutazioni di professionalità.
Più in generale anche il funzionamento del CSM potrá trarre beneficio da meccanismi di maggiore trasparenza, da criteri di merito e professionalità per le nomine e gli incarichi, dallo stop di nomine cosiddette “a pacchetto”.
A questo punto una cosa sentiamo di ribadirla: anche le migliori riforma e legge elettorale, di per sé, non garantirebbero quella necessaria autorigenerazione della Magistratura di cui il Paese ha bisogno.
Autorigenerazione, la stessa espressione usata, lo stesso invito rivolto più volte dal Capo dello Stato.
Ecco perché, lo diciamo con rispetto, ci aspetteremmo un atteggiamento più aperto e coraggioso dalle associazioni che rappresentano i magistrati italiani.
Che altro deve accadere per spingere a coraggiosi segni e gesti di rinnovamento e, appunto, autorigenerazione?
Indipendenza e autonomia, secondo noi, non possono in nessun modo coincidere con autoconservazione, pigrizie, mantenimento delle situazioni che hanno fatto perdere credibilità.
Il Paese, l’ordinamento hanno bisogno di una Magistratura che ritrovi il meglio delle sue tradizioni e del suo servizio. Il meglio dei tanti esempi che - pagando anche con la vita - hanno contribuito ieri o quelli che contribuiscono oggi a rendere l’Italia migliore, combattendo la attualissima e gravissima penetrazione delle mafie, la piaga attualissima e gravissima della corruzione, il terrorismo, e tanti altri gravissimi fenomeni che colpiscono il nostro Paese.
Ecco, questi sono per noi alcuni elementi qualificanti la riforma, le riforme. L'auspicio è che il Parlamento faccia presto e bene il suo lavoro, garantendo segnali innovativi per il Sistema Giustizia, eleggendo il nuovo Consiglio Superiore con le nuove regole, rispettando le scadenze del PNRR. Provando a scrivere, insomma, una pagina di futuro ancorata a quel caposaldo di ieri, ma ancora attualissimo oggi, che si chiama Costituzione della Repubblica.