Politica

Zelensky a Sanremo, Carlo Freccero: “C’è dell’altro. Vi spiego perché”

di Antonio Amorosi

Freccero: "Siamo nell'epoca ‘Woke’ e nella ‘Cancel Culture’ che hanno azzerato la nostra cultura europea e italiana. Il Pd ne è stato il tramite". Intervista

Non mettono cioè in discussione i rapporti di forza nella società? Quindi chi è sfruttato e sta male continuerà ad esserlo?

“Precisamente. Il Pd italiano, che è la fotocopia del Partito Democratico americano, è diventato tutt’uno con questa cultura ‘Woke’”.

La società dello spettacolo, di cui parlava Debord, spiegava già bene questi concetti...

“Viviamo cioè in un mondo di rivendicazioni che non danno fastidio al potere. E il potere stimola questa cultura fragile che impedisce alle masse di ribellarsi”.

Negli ultimi 30 anni la qualità della cultura letteraria, cinematografica, musicale, figurativa, visiva è diventata talmente scadente da non generare novità. Vedremo mai più la potenza creativa di gruppi musicali come i Led Zeppelin, un nuovo Kubrick nel cinema, un Picasso nella pittura?

“Questo è molto facile capirlo. E’ appunto il tema della ‘Cancel Culture’. Tutto il passato viene cancellato. Questa omologazione alla cultura americana è passata come un rullo compressore sulle differenze culturali che rappresentavano la ricchezza dell'Europa e dell'Italia e quindi che cosa è successo? È successo che un unico valore in fin dei conti è rimasto: il profitto. Un valore totalizzante che in questa forma non è un valore prettamente europeo ma è il valore”.

E dato questo valore totale cosa fanno partiti e gruppi che incidono nella società?

“I partiti devono pure parlare di qualcosa. Allora assorbono la cultura ‘Woke’ che parla di minoranze sofferenti, discriminate ma che mettono in piedi conflitti innocui e che il mercato accetta molto bene”.

Avremo altri consumatori che non mettono in discussione un bel niente. Con la globalizzazione si è cancellata la nostra cultura e le radici che hanno generato mondi, arte, società vivibili...

“Esattamente. In questo terreno è normale che arrivi Zelensky a Sanremo che come tutti sanno è un presidente ex attore comico che aveva già interpretato in una fiction il ruolo di presidente, quindi ha grandi grandi referenze ‘spettacolari’ e il passaporto in regola per andare anche sul palco dell’Ariston”.

Chiaro...

“Siamo nella cultura ‘Woke’ e nella ‘Cancel Culture’. Questi Sanremo degli ultimi anni più che occuparsi di musica si occupano di presunte trasgressioni, di look transgender, in quanto anche la musica è stata profondamente contaminata dalla cultura ‘Woke’. E anche qui Zelensky ha il passaporto in regola perché si è rivelato idoneo per il ruolo: tutti conoscono i suoi balletti, con tacchi a spillo e lingua fuori dalla bocca, nudo in un perfetto stile Måneskin. Come i virologi chiedevano di vaccinarci sulle note di Jingle Bells così Zelensky andrà sul palco di Sanremo a chiedere conflitto e armi. Ma siamo sempre di fronte alla brutalità della guerra e la maggioranza ha un rifiuto per questa spettacolarizzazione ad oltranza. La guerra significa morte”.

Ci resta ancora qualcosa di umano...

“C’è questo istinto di sopravvivenza che ci salva ancora e poi si vive male, con tutta una serie di problemi economici e sociali gravi, l’energia alle stelle, il controllo. Ma è facile capire come il cerchio si chiuda e Zelensky a Sanremo sia un fenomeno comprensibile nel mondo culturalmente devastato in cui viviamo, dove la sinistra italiana ha cancellato la nostra cultura per sostituirla con quella americana che nega il conflitto come motore della società”.