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Privatizzazioni: il piano Giorgetti-Meloni. Dossier Eni, Poste, Mps, Rai Way

di Redazione

Oltre che Eni ora si punta a privatizzare anche Rai Way e Poste Italiane. Giorgetti cerca investitori "pazienti"

Privatizzazioni: il piano Giorgetti-Meloni. Dossier Eni, Poste, Mps, Rai Way

Il ministro dell'Economia e delle Finanze ha presentato il piano di privatizzazioni del governo Meloni, con l'obiettivo di accrescere le risorse statali di circa 20 miliardi di euro nei prossimi tre anni.  

In un'intervista al Corriere della Sera, dove il ministro ha confermato di aver discusso con gli investitori in occasione del World Economic Forum di Davos, Giorgetti ha dichiarato: “E’ più corretto parlare di razionalizzazione del patrimonio delle partecipate, quindi il pubblico decide di entrare di più in alcune realtà e cedere altre quote perché tutto sia più efficiente e razionale e al passo con i tempi. Non è semplicemente fare cassa – aggiunge il ministro – In NetCo (dossier dossier TIM-Telecom Italia) stiamo rinazionalizzando e c’è l’auspicio che entrino investitori pazienti. Sulle infrastrutture o sulle società critiche, al netto del golden power è bene avere soggetti nazionali e internazionali fuori da ottiche meramente speculative”.

Nell'intervsta il minsitro ha anche rivelato i nomi dei fondi esteri con cui ha interagito durante l'evento e di particolare rilievo pare essere stato il colloquio con Ray Dalio, il fondatore del colosso di asset management Bridgewater Associates, principale hedge fund a livello mondiale. “Dalio non è solo un uomo di finanza, gli piace riflettere in modo più profondo”, ha commentato Giorgetti.

Ma l'argomento spinoso resta la vendita di una quota fino al 4% di ENI, annunciato la settimana scorsa. A questa mossa si aggiunge un altro "gioiellino dello Stato", Rai Way. Proprio a riguardo il sottosegretario all'Economia Federico Freni ha detto sottolineato che non vi è urgenza nella privatizzazione e che ogni decisione sarà presa considerando il momento opportuno. Infatti secondo quanto riporta Finanzaonline, riguardo Rai Way, azienda che gestisce le torri di trasmissione e di cui il Gruppo Rai detiene il 65% del capitale (a seguito di una privatizzazione parziale avvenuta sotto il governo Renzi, che ha visto la vendita del 35% delle azioni sul mercato), ci sono voci di mercato che suggeriscono un interesse del governo Meloni a vendere un ulteriore 15% della società. La vendita potrebbe portare circa 200 milioni di euro nelle casse dello Stato.

Tuttavia, questa prospettiva non è priva di controversie. Fondi azionisti come Amber Capital, Artemis Investment e Kairos Partner si oppongono a una tale mossa, preoccupati per un potenziale disallineamento degli interessi tra l'azionista Rai e gli altri azionisti. La Repubblica ha anche riferito di possibili implicazioni negative per la società in seguito a una vendita ulteriore delle sue quote. In parallelo, si discute la possibilità di una fusione tra Rai Way e EI Tower, come riportato da Equita SIM, che potrebbe portare a un rilevante riequilibrio finanziario della società combinata. Tuttavia, questa operazione sembra essere rimandata, nonostante non sia stata esclusa per il futuro. In risposta alle preoccupazioni espresse dai fondi azionisti, il sottosegretario Freni ha enfatizzato: "Ignorare il mercato è sciocco, parlarci è sacrosanto, ma far decidere il mercato è sbagliato”.

Sempre in tema di privatizzazioni, Repubblica ha rivelato che un altro obiettivo del governo Meloni è quello di privatizzare  Poste Italiane. Secondo indiscrezioni, il governo starebbe valutando l'opzione di cedere tra il 10% e il 20% della cassaforte degli italiani, che contiene oltre 300 miliardi di risparmi. L'obiettivo di questa operazione sarebbe quello di generare fino a 2 miliardi e mezzo di euro, nel contesto del piano di privatizzazioni del governo Meloni che mira a raccogliere complessivamente 20 miliardi di euro in tre anni, corrispondenti all'1% circa del PIL italiano.

Il Sole 24 Ore ha ulteriormente analizzato la prospettiva della privatizzazione di Poste Italiane, suggerendo che l'operazione potrebbe assumere la forma di un collocamento accelerato, simile a quello avvenuto due mesi fa per il 25% di Mps (Monte dei Paschi di Siena). Il piano di privatizzazioni del governo comprende anche un ruolo di rilievo per Monte dei Paschi di Siena (MPS), spesso considerata il punto debole del sistema bancario italiano. 

Il Mef ha già confermato l’impegno a restituire il Monte di Stato al mercato dopo la grande mossa lanciata dal governo italiano, con quello che potrebbe definirsi il fattore BTP. La mossa ha visto il Tesoro maggiore azionista di Mps perfezionare con successo la cessione di 314.922.429 azioni ordinarie di Mps, per un ammontare pari al 25% del capitale sociale.

Il Mef ha precisato che, “a fronte della domanda raccolta pari a oltre 5 volte l’ammontare iniziale, l’offerta è stata incrementata dal 20% al 25% del capitale sociale” della banca senese. L’esito dello smobilizzo delle quote è che la partecipazione detenuta dallo Stato è scesa dal 64,23% al 39,23% circa.

Sul sito del Mef vengono chiaramente fatti i nomi delle partecipazioni dello Stato in società quotate o in società con strumenti finanziari non quotati e società non quotate.

Le società quotate partecipate dal Tesoro sono le seguenti:

Banca Monte Paschi di Siena S.p.A. (39,23%)

Enav spa (53,28%)

Enel spa (23,59%)

Eni spa (4,67%) [Cassa depositi e prestiti spa detiene una partecipazione del 27,731% ]

Leonardo spa (30,20%)

Poste italiane spa (29,26%) [Cassa depositi e prestiti spa detiene una partecipazione del 35% ]

Amco spa – Asset management company spa (99,78%)

Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’impresa spa (Invitalia) (100%)

Cdp – Cassa depositi e prestiti spa (82,77%)

Fs – Ferrovie dello Stato Italiane spa. (100%)

Rai – Radio televisione italiana spa (99,56%)

Sace spa (100%)

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